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Il monito dell’Unicef: 100 milioni di bimbi non vanno a scuola

“Che vergogna, questo è un mondo dove ogni giorno si spendono tre miliardi di dollari in spese militari, ma anche un mondo dove 10 milioni di bambini muoiono ogni anno senza una vera ragione e 100 milioni non riescono ad andare a scuola”. 
A ricordare queste dure cifre è stato Kul Chandra Gautam, vicedirettore dell’Unicef, che il 19 luglio ha aperto a Pisa il meeting di ‘San Rossore’ organizzato dalla Regione Toscana. Il concetto espresso e ribadito più volte da Gautam è che nel 2007 ci sono ancora troppe spese per la guerra, a fronte della sofferenza di tanti bambini nel mondo. Nel suo saluto Gautam ha delineato una situazione fortemente in chiaroscuro, dove i miglioramenti si mescolano a situazioni che registrano addirittura forti peggioramenti. “Anche se oggi nel mondo ci sono meno bambini che muoiono – ha spiegato l’esponente del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia – più bambini che vanno a scuola e più uguaglianza di quanto ci sia mai stata al mondo, ci sono anche più bambini vittime di conflitto, più bambini colpiti da Hiv e Aids, più bambini che subiscono direttamente le conseguenze del degrado ambientale o che sono preda di traffici e di sfruttamento sessuale”.

L’Unicef rappresenta oggi la principale organizzazione mondiale per la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dell’infanzia e dell’adolescenza: il suo vicedirettore non poteva quindi esimersi dal far arrivare un messaggio di speranza, legato all’impegno delle tante persone che si adoperano per promuovere un mondo più a misura di bambino.
“Noi possiamo fare la differenza, grazie a una nuova visione del mondo e grazie a una nuova leadership che ci consenta di affermare i diritti e di esaltare i talenti”. 
E’ un messaggio di speranza che guarda anche a quanto potrà essere discusso e deciso nella prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che a dicembre sarà dedicata proprio ai bambini. Un appuntamento cruciale che, ha ricordato il vicedirettore dell’Unicef, potrà trovare alimento anche nelle proposte che verranno fatte nei prossimi mesi dagli organismi internazionali interessati.
Alessandro Giuliani

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