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Il prof youtuber Schettini: “La bocciatura non è una cosa brutta. La scuola deve educare ad affrontare i problemi”

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Il celebre professore youtuber Vincenzo Schettini, famoso per aver scritto il libro “La Fisica che Ci Piace”, ha parlato, ai microfoni de La Repubblica, di scuola e bocciature, facendo riferimento anche alla sua esperienza personale con gli esami e lo studio.

“La bocciatura va affrontata”

Secondo il docente non bisogna vedere i fallimenti nel corso della carriera scolastica come ostacoli insormontabili. Ecco le sue parole: “La bocciatura non è una cosa brutta. Io lo vedo da insegnante. Passa il messaggio ‘Oh dio, mio figlio è stato bocciato, è una tragedia’. Bocciatura = fallimento? Quante volte ho fallito un esame all’università? E mi sono laureato. Grazie al fatto che ho fallito”.

“Bisogna capire che nella vita il fallimento esiste. Esiste un progetto in cui lavori, o non lavori, e quindi meriti quel tipo di risultato. Deve essere vissuta così, come un ricominciare. Vederla come una seconda chance. Altrimenti se nella vita cominciamo a reagire male davanti a una bocciatura reagiremo male sempre. La scuola ci deve educare anche ad affrontare i problemi e anche la bocciatura va affrontata”, ha concluso il docente.

“Fateci fare corsi di teatro”

Schettini parla spesso di un modo diverso di concepire la scuola. Qualche settimana il docente, al Salone del Libro, ha parlato di scuola e soprattutto di colleghi ai microfoni de La Stampa, intervistato da Roberto Pavanello. “Il 99% dei docenti capisce che qualcosa con me sta cambiando e io traggo ispirazione da loro. La scuola deve cambiare, noi dobbiamo tirare fuori di insegnare la materia e comunicarla in un’altra maniera. Deve cambiare l’approccio a scuola e rendere liberi i docenti di fare un tipo di formazione diversa”, ha esordito, auspicandosi un cambio di passo nell’ambito della formazione dei docenti.

“Fateci fare corsi di formazione sull’energia interna. I docenti spesso sono intristiti dal riempire le carte, dalle riunioni inutili e sono grigi dentro e lo diventano fuori. Fateci fare corsi di teatro, di canto, di recitazione, fateci liberare quell’energia. Il team building va fatto a scuola. In questo modo i ragazzi mi vedono in maniera diversa, mi vedono felice”, ha concluso il professore pugliese, caratterizzato da uno stile giocoso e originale.