Quindici anni fa Casati aveva previsto che l’e-book avrebbe fatto fatica ad imporsi, perché i limiti tecnologici (dell’epoca) rendevano difficile la lettura in formato elettronico. Oggi quei limiti sono stati superati, ma nel frattempo sono arrivati i tablet, che hanno di fatto sostituito gli e-reader. I tablet però non favoriscono la lettura – continua Casati – perché si tratta di contenitori universali, dove la lettura è continuamente messa in competizione con altre forme di intrattenimento.
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Il tablet riforma il palinsesto della nostra vita mentale, si legge su Radio24, e già oggi c’è una fascia di persone, tra l’adolescenza e la post-adolescenza che, di fatto, non legge più. Il tempo libero che prima si dedicava ai libri, oggi è completamente assorbito dai social network.
La scuola che dovrebbe rifiutare di farsi colonizzare dalle nuove tecnologie e preparare armi di difesa per la lettura. Far transitare tutto da un solo tipo di interfaccia è un progetto limitativo – conclude Casati – E’ un po’ come un coltellino svizzero, che svolge tutte le funzioni, ma nessuno lo vorrebbe come unico sostituto degli attrezzi preposti a quelle funzioni.
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