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Imbratta ingresso dell’istituto “perché si annoia”, il preside: “Non ce l’hai con la scuola, la noia vera sta fuori”

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Una risposta sarcastica e originale quella del preside di una scuola superiore toscana, l’Istituto Superiore Einaudi-Ceccherelli di Piombino, in provincia di Livorno, rivolta al vandalo che ha imbrattato l’ingresso della sede di viale Michelangelo, come riporta LivornoToday.

Una risposta molto ironica in cui è stata racchiusa anche una riflessione molto più ampia, che è andata oltre la semplice ramanzina e la solita retorica con la quale si affrontano episodi del genere. Il dirigente, Carlo Maccanti, ha deciso di affidare il suo messaggio su Facebook, tramite la pagina ufficiale dell’istituto. In un post pubblicato ieri, 9 novembre, il preside ha inserito la foto del cancello della scuola imbrattato insieme ad una lunga didascalia.

“Esternazione di discutibile qualità pittorica”

Sull’ingresso dell’istituto, nella notte tra il 7 e l’8 novembre, è stato fatto un disegno, con la vernice spray nera, accanto al quale è comparsa una scritta: “Niente rancore, giusto perché mi annoio”. L’autore del gesto riprovevole, che rimane ignoto, ha voluto ironizzare sulla faccenda, prendendo praticamente in giro chi, la mattina dopo, si è trovato davanti la brutta sorpresa all’ingresso a scuola.

Ed è proprio a queste parole che il dirigente ha voluto rispondere con il post fiume. “Qualcuno si è sentito in dovere di omaggiare l’ingresso principale della sede Einaudi con questa sua esternazione di discutibile qualità pittorica. La prima reazione è quella di partire col solito discorso sul danneggiamento di bene pubblico, sui costi di ripulitura, sulla scarsità di telecamere, su come si dovrebbero educare i giovani d’oggi, a schiaffoni com’era un tempo, quando c’era ancora il rispetto, signora mia… ecc. ecc. Probabilmente c’è del vero anche in tali considerazioni, ma questa riflessione vuole piuttosto soffermarsi sulla scritta che, forse involontariamente, ci dice cose interessanti”, ha esordito Maccanti, ponendo l’attenzione, più che sul fatto in sé e sulle conseguenze, sulle motivazioni che hanno spinto il vandalo.

Perché imbrattare la scuola?

Ecco le sue parole: “1) Non ce l’hai con la scuola, ma con la noia che ti porti addosso. Non è dentro scuola che ci si annoia: la noia vera sta fuori. Fuori, in quel mondo dove ti viene detto ‘basta che tu sia te stesso’ senza permetterti di scoprire che tipo di ‘te stesso’ davvero tu sia. In quel mondo esterno, dove apparentemente tutto è permesso, eppure ti sta così stretto e così pesante addosso; quel mondo che di giorno schifa la scuola, ma poi, al calare del buio, proprio a scuola ti fa tornare, fosse anche solo per sfinimento o per noia.

2) Ci si può sentire soli e annoiati anche quando si è in gruppo. Per questo scavalchi un cancello intorno a mezzanotte per ‘una bravata’, che forse, grazie a qualche ‘like’ all’indomani, può illuderti di aver dato un senso al tuo tempo.

3) E mentre butti là poche righe con una bomboletta, lassù sulla collina di viale Michelangelo, se solo ti voltassi potresti accorgerti che alle tue spalle la luna, nonostante qualche nuvola dai bordi dorati, si specchia sul porticciolo di Salivoli e disegna i contorni dell’Elba. Forse un traghetto passa sul canale, scomponendo le sue luci riflesse sulla superficie increspata del mare. E tutto questo trasuda bellezza e poesia .Da ammirare e toglierti il fiato. Forse non sarebbe sufficiente a colmare quella noia che denunci, ma potrebbe essere un buon inizio”.

“Quindi ‘niente rancore’ neanche da parte mia, sconosciuto imbrattatore notturno, ma solo tanta amarezza per questo bersaglio mancato, per il tuo sguardo assuefatto su una vita che, magari, potrebbe darti di più, ma che non ti toglie la possibilità di meravigliarti ancora, se solo riesci a volgere lo sguardo al di sopra delle tue spalle giovani e annoiate. Ah…. a proposito: coi nostri ragazzi del Liceo Artistico quest’anno faremo anche ‘Street Art’. Che ne dici?”, si conclude così, con sarcasmo, il messaggio.