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In difesa della ragione e del progresso

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Un antidoto al pessimismo storico che spesso caratterizza gli insegnanti quando si occupano di geografia, di storia contemporanea o in generale di attualità.

La lettura del libro di Pinker (Steven Pinker, “Illuminismo adesso”, Mondadori) rende più felice l’esistenza: un quadro storico segnato da una serie quasi infinita di grafici con curve che guardano verso il basso, numero di guerre e di morti nelle guerre, morti per malattie, morti per incidenti, infortuni sul lavoro, incidenti stradali, analfabetismo, lavoro minorile, ecc.
E poi altri grafici con una serie di frecce che guardano in alto: reddito, disponibilità di acqua potabile, Impianti di riscaldamento, elettricità, tempo libero, watt, gabinetti, calorie, disponibilità di farmaci ed utilizzo di vaccini, scolarizzazione sia dei maschi che delle femmine, accessi ai musei, anni di vita.
Una corsa costante? No, con alcune battute d’arresto. Per dire, sulle malattie l’epidemia di aids degli anni ’90, sulle guerre e sul terrorismo gli anni dell’Isis, oltre naturalmente – più all’indietro le guerre mondiali.  La tesi – illustrata con grande quantità di dati e ampia dovizia di grafici – è che esiste una forma di automiglioramento della specie umana.  Un esempio? Alle soglie del millennio si annunciavano guerre drammatiche per il berillio ed altri minerali rari da usare nell’informatica. La scoperta della tecnologia dei cristalli liquidi ha evitato queste guerre.
L’intero scritto non è una critica al capitalismo, se non per alcuni aspetti. Per Pinker va bene il nucleare, che si è fatto una cattiva fama con la confusione sovietica che ha dato vita a Cernobyl (ma le scorie che emettono radioattività per migliaia di anni?).
E la diseguaglianza non è un problema?  Se tutti migliorano, qualcuno migliorerà di più, nulla di male, a suo parere. E così Pinker racconta la storia dei due contadini russi, Boris e Piotr, entrambi miseri, ma Piotr ha una capra. “Cosa desideri?” Chiede il Genio della Lampada a Boris.  “Che la capra del mio vicino muoia”.
Secondo Pinker la lotta contro la diseguaglianza è invidia di ignoranti.
Ma tolte queste cosette è un libro importante per negare i catastrofismi. I delitti ci sembrano aumentare solo perché ne cresce la copertura mediatica, perché grazie alla tv ognuno di essi sembra più vicino nello spazio e nel tempo, come fosse accaduto ieri nel palazzo accanto al nostro; e naturalmente perché qualcuno specula sulla paura cercando di seminare pregiudizi e discriminazione.
Gli abitanti dei paesi poveri fanno sempre meno figli, la malnutrizione infantile tende a sparire, i telefonini favoriscono un’agricoltura meno esposta all’arbitro degli intermediari. Migliori condizioni igieniche, la potabilizzazione dell’acqua, l’uso dei vaccini hanno ridotto mortalità infantile e malattie infettive in misura enorme negli ultimi anni. Certo – dice chi legge: “Guardiamo negli occhi quel bambino morente, anche se è uno soltanto”. Ok, risponde Pinker, “Guardiamo negli occhi i moltissimi bambini che si sono salvati e non sono morti grazie ai progressi della medicina, della nutrizione e dell’igiene”.
Per chi cerca di lavorare con bambini e ragazzi sullo “stato del mondo” è un libro che semina ottimismo, anche con le manchevolezze viste prima. C’è una garanzia per l’eternità? Senz’altro no, ma gli esempi positivi sono tanti e calzanti.
Lorenzo Picunio