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Incendio vicino scuola, porte di emergenza sigillate. Alunni protestano: “Sono state le bidelle, per non farci uscire a fumare”

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Monta la protesta di alcune scuole della provincia di Rieti. A cercare di far sentire la loro voce sono gli studenti, che chiedono di essere ascoltati sui numerosi problemi che i loro istituti, a loro dire, si portano dietro. Lo riporta Fanpage.it.

I tanti problemi delle scuole del territorio

“Non siamo studenti di serie B, eppure è così che ci trattano. La provincia è spesso dimenticata. Ma noi non lo meritiamo”, queste le loro parole. “Topi che corrono nei corridoi, mattonelle rotte e aggiustate con il nastro adesivo, aule pollaio con riscaldamenti che non funzionano, bagni inagibili: queste sono le condizioni in cui viviamo ogni giorno – spiega la studentessa coordinatrice della protesta – Ma venerdì scorso abbiamo toccato il fondo, quando c’è stato un incendio a pochi passi dal plesso didattico in cui si trovano le due scuole: le bidelle avevano chiuso le porte di emergenza con catene e lucchetto”.

“Quando abbiamo visto le prime fiamme, abbiamo iniziato ad uscire anche noi dalle classi, per l’evacuazione – continua a spiegare la studentessa – Ma per allontanarci dalla zona mancano autobus in grado di trasportare tutti. Alcuni, inoltre, non sono riusciti ad uscire dalle porte d’emergenza perché erano chiuse con i lucchetti. Da tempo erano sigillate con la catene, sono state le bidelle: dicono che è per non farci uscire a fumare”. Insomma, una situazione di pericolo per tutti.

“Si tratta del più grande polo didattico del reatino, ma ha aule fatiscenti, spazi non garantiti e carenze igienico-sanitarie evidenti: queste scuole non sono degne di essere considerate tali”, lamentano da anni, ma senza successo. Da qui la decisione di organizzare uno sciopero bianco.

Qualcosa si starebbe muovendo

“L’altra mattina è arrivata anche la presidente della provincia di Rieti e sindaca di Fara in Sabina, non sembrava ben disposta – raccontano – Noi le abbiamo detto di seguirci, le abbiamo mostrato tutte le cose che non funzionano nelle nostre scuole: le foto erano già appese all’ingresso del cortile. Non ha saputo dire niente. Ma ha detto che ciò che si poteva sistemare in tempi brevi, sarebbe aggiustato il giorno stesso”.

Effettivamente, la presidente ha mantenuto la sua parola: “Sono arrivate squadre di operai, già da lunedì, per riaggiustare le porte, i muri, le mattonelle del pavimento”. Poi è stata organizzata una riunione: “Abbiamo presentato il nostro piano di rivendicazioni. Ci ha detto che i lavori a lungo termine inizieranno nella prima parte del secondo quadrimestre. Abbiamo chiesto la creazione di una nuova costruzione per le due scuole. Un’aula magna, che adesso non abbiamo. Aule studio, biblioteche. Vedremo: noi siamo tanti e gli spazi che abbiamo adesso non bastano”.