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Incentivi e premi agli insegnanti che smettono di fumare

La notizia è di quelle che non può passare sotto silenzio. Ha  dato, infatti, la stura ad una serie di commenti, di prese di posizioni e, persino, di battute.
Il prof. Girolamo Sirchia, ministro della Salute, significativamente non più detto della Sanità, nell’ambito della campagna della settimana anticancro per le donne, ha proposto premi ed incentivi per gli insegnanti e per gli studenti che smettono di fumare.
Una nuova strategia, insomma, visto che raccomandazioni, prediche, campagne di stampa, pubblicazioni di statistiche ecc. non servono a produrre l’effetto di fare smettere di fumare e in considerazione del fatto che oggi si ammalano più degli uomini  le donne, la cui morte per carcinoma polmonare dal 1950 è aumentata del seicento per cento.
La proposta, secondo il Ministro della Salute dovrebbe essere concretizzata, nei tempi e nei modi, dagli esperti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Intanto, come al solito, ha diviso gli italiani nei due tradizionali partiti, i favorevoli ed i contrari.
I sindacati della scuola, paradossalmente,  in linea di massima hanno valutato la proposta molto negativamente. L’hanno definita ‘demagogica’, ‘assurda’, ‘agghiacciante’ e persino ‘grottesca’. Qualcuno, irriguardosamente verso la benemerita classe degli insegnanti, ha persino paventato che non pochi docenti potrebbero simulare di fumare pur di accaparrarsi il premio o l’incentivo.
Al di là dei commenti pro o contro, non possiamo non sottolineare che la proposta giustamente fa leva, da una parte, sul valore dei modelli adulti di riferimento per l’educazione di chi è ancora nell’età formativa e, dall’altra, sulla rivalutazione  del ruolo che la scuola deve assumere nell’attuale momento di trasformazione tornando ad educare, a formare nel senso più completo, e non limitandosi solo a informare.
Il modello della donna che fuma, madre o insegnante che sia, è visto dalla proposta del ministro Sirchia come deleterio soprattutto per i giovanissimi che rischiano di acquisire cattive e dannose abitudini e di non accorgersi di finire strumenti nelle mani del vizio oltre che delle grandi industrie del tabacco che sulla pelle di tanti fumatori impinguano straordinariamente i propri bilanci.
Significativo, per altro verso, deve essere ritenuto l’aver avvicinato, nella campagna contro il tabagismo, insegnanti e studenti. Un esempio di come la scuola oggi può farsi comunità di apprendimento e di crescita per chi insegna e per chi apprende, operando in vista di una cittadinanza attiva.
La scuola deve, in definitiva, contribuire alla soluzione dei problemi dello sviluppo sostenibile inteso come intreccio di elementi di progresso scientifico e sociale, di cultura e di capacità di gestione del rispetto della vita, propria e di quella altrui.

Giuseppe Guzzo

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