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Indicazioni ministeriali sulla progettazione delle attività di formazione

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Con nota 2915 del 15 settembre 2016 il ministero esplica le prime indicazioni per la progettazione delle attività di formazione destinate al personale scolastico affinché le scuole possano iniziare a pianificare e organizzare le attività di formazione del personale scolastico.

La nota richiamando il comma 124 della legge 107 del 2015 riafferma che la formazione è “obbligatoria. permanente e strutturale” e in questo senso fra le righe viene evidenziato come la formazione vada vista nella prospettiva di migliorare il processo d’insegnamento – apprendimento e secondo questa logica, facendo riferimento alle indicazioni del 2012 definisce la formazione come “ambiente di apprendimento continuo” cioè come luogo insieme fisico e mentale dove il docente predispone intenzionalmente, attività strutturate volte a promuovere un insegnamento finalizzato allo sviluppo di sistemi di competenze.

Infatti la nota rimarca, se ce ne fosse stato bisogno, come nel piano triennale delle singole scuole vadano previste le azioni formative che ogni singola scuola o in rete secondo gli ambiti territoriali di appartenenza si impegna a progettare e realizzare per propri docenti; inoltre il piano triennale formativa deve prevedere
il Rapporto di Autovalutazione e il piano di miglioramento della scuola al fine di offrire una rappresentazione della scuola attraverso l’analisi del suo funzionamento, le priorità individuate e i traguardi da conseguire in un percorso chiaro delle azioni previste.

Con l’obiettivo nazionale di mettere in circolo quelle iniziative che consentono di migliorare la scuola.

La nota pur riconoscendo le esigenze specifiche di ogni scuola individua alcuni assi portanti della formazione a livello nazionale nelle seguenti aree:

  • Autonomia organizzativa e didattica

  • Didattica per competenze c innovazione metodologica

  • Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento

  • Competenze di lingua straniera

  • Inclusione c disabilità

  • Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile

  • Integrazione. competenze di cittadinanza e cittadinanza globale

  • Scuola e Lavoro

  • Valutazione e miglioramento

Assi portanti che secondo le disposizioni ministeriali devono essere acquisiti e contestualizzati dai dirigenti scolastici e indicati nelle direttiva da dare al collegio dei docenti, secondo quando stabilito dall’art. 1 comma 14 della legge 107 alla lettera b punto 4, per l’elaborazione, la realizzazione e la verifica del Piano di formazione da inserire nel Piano triennale dell’Offerta Formativa.

La nota ministeriale nel chiarire il concetto di obbligatorietà della formazione che non si traduce in un determinato numero di ore, sancisce che il piano può prevedere:

  1. percorsi, anche su temi differenziati e trasversali, rivolti a tutti i docenti della stessa scuola,

  2. a dipartimenti disciplinari

  3. a gruppi di docenti di scuole in rete

  4. a docenti che partecipano a ricerche innovative con università o enti

  5. a singoli docenti che seguono attività per aspetti specifici della propria disciplina

in questo senso le scuole articoleranno le attività proposte in unità formative, ognuna delle quali dovrà indicare:

  1. attività in presenza

  2. ricerca in classe

  3. lavoro collaborativo o in rete.

  4. studio,

  5. documentazione

  6. le conoscenze,

  7. le abilità

  8. le competenze,

dette unità devono essere riconoscibili e identificabili:

  • quali aspetti della professionalità del docente

  • quale risultato atteso del processo formativo.

Fermo restante che le scuole possono riconoscere come unità formative la partecipazione a iniziative promosse:

  • dalla scuola

  • da reti di scuole

  • dall’amministrazione

  • dalla libera scelta dei docenti

  • da strutture formative accreditate dal MIUR

purché coerenti con il Piano formativo presente nel PTOF della scuola.

L’ente promotore dell’unità formativa provvederà a rilasciare l’attestazione finale.

Le unità formative sono considerate qualificate se sono coinvolti associazioni disciplinari e professionali.

La disposizione ministeriale si pone come obiettivo di rafforzare l’autonomia sviluppando sinergie tra le scuole attraverso la creazione di reti.

In questa prospettiva il MIUR con nota n. 2151 del 07/06/2016 da delle indicazioni ben precise al fine di creare reti tra le scuole degli ambiti. “ La progettazione delle azioni formative a livello di ambito territoriale potrà assumere diverse forme e prevedere ulteriori articolazioni organizzative, a partire dalle reti di scopo, per particolari iniziative rispondenti a specifiche tematiche o rivolte a categorie di destinatari”.

Ogni rete di ambito individuerà una scuola – polo per la formazione e se lo ritiene opportuno una scuola capo-fila per la gestione delle risorse finanziarie.

La scuola polo che si occupa della formazione, oltre a coordinare la progettazione e l’organizzazione delle attività formative dovrà assicurare:

  • una progettazione che assicuri la formazione a più gradi scolastici

  • il raccordo con l’USR per armonizzare il piano formativo coerentemente a quanto indicato nel Piano Nazionale per la Formazione

  • accordi di partenariato con i diversi enti presenti nel territorio

  • una corretta gestione amministrativa contabile

  • un monitoraggio dell’attività svolta

  • una rendicontazione finale di tutto il progetto

In tutto questo le scuole polo potranno avvalersi della consulenza delle strutture tecniche e amministrative dell’amministrazione scolastica .

L’USR si raccorderà con le scuole, convocando delle conferenze di servizio con i dirigenti scolastici per favorire una progettazione formativa rispondente:

  1. ai bisogni espressi dal personale scolastico

  2. alle esigenze delle scuole,

  3. alle priorità strategiche nazionali.

Al fine di individuare entro il 30 ottobre, le scuole polo alle quali assegnare le risorse.