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Indicazioni Nazionali licei: il ruolo del ds come coordinatore didattico e l’aumento delle sue responsabilità – Preparazione concorso Ds

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La guida per gli aspiranti dirigenti scolastici della Tecnica della Scuola: cosa bisogna sapere per superare il concorso in attesa del bando? Oggi parliamo di Indicazioni Nazionali nei licei.

Le Indicazioni Nazionali del 2° ciclo: i licei

I percorsi liceali sono articolati in due periodi biennali e in un quinto anno e realizzano il Profilo Educativo, Culturale e Professionale dello studente (PECUP) la cui declinazione disciplinare è contenuta nelle Indicazioni Nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento per i licei (DM 211/2010).

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Il PECUP e le Indicazioni Nazionali sono i due punti di riferimento dei licei, sui quali è fondato il Piano Triennale dell’Offerta formativa (PTOF). L’allegato A delle Indicazioni Nazionali puntualizza che nel PECUP sono recepite le Raccomandazioni di Lisbona per l’apprendimento permanente e il Regolamento sull’obbligo di istruzione, cioè il D.M.139/2007 con il quale l’obbligo di istruzione viene prolungato fino al termine del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado.

L’assolvimento dell’obbligo di istruzione si conclude con la certificazione delle competenze di base acquisite dagli studenti che completano il proprio ciclo decennale di studi, secondo quanto previsto dal D.M.9/2010. La certificazione è articolata secondo i quattro assi culturali (asse dei linguaggi; asse matematico; asse scientifico-tecnologico; asse storico-sociale) e per ciascuno di essi è specificato il livello raggiunto, distinto in: livello base, livello intermedio, livello avanzato. Nel caso non sia stato raggiunto il livello base, viene riportata la dicitura livello base non raggiunto, con l’indicazione della relativa motivazione, che dovrà essere menzionata anche nel verbale della riunione di scrutinio.

Gli aspetti cardine delle Indicazioni Nazionali

Le Indicazioni Nazionali sono state emanate con il DPR 89/2010, che definisce la fisionomia dei percorsi liceali: essi forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per comprendere la realtà, per affrontare situazioni, fenomeni e problemi con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, per acquisire conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro.

Il primo biennio è finalizzato ad avviare lo sviluppo e l’approfondimento delle conoscenze e delle abilità e una prima maturazione delle competenze caratterizzanti le singole articolazioni del sistema liceale; il secondo biennio è finalizzato ad approfondire ancora le conoscenze e le abilità e ad acquisire competenze caratterizzanti i singoli indirizzi; il quinto anno persegue la piena realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale dello studente.

Il sistema dei licei consente allo studente di raggiungere risultati di apprendimento in parte comuni, in parte specifici dei distinti percorsi e la cultura liceale consente di approfondire e sviluppare conoscenze e abilità, maturare competenze e acquisire strumenti nelle aree metodologica, logico argomentativa, linguistica e comunicativa, storico‐umanistica, scientifica, matematica e tecnologica.

L’articolazione delle Indicazioni per discipline di studio evidenzia il contributo di ciascuna di esse all’acquisizione di conoscenze e competenze attraverso l’esplicitazione dei nuclei fondanti e dei contenuti imprescindibili, la rivendicazione di una unitarietà della conoscenza, la necessità di costruire un profilo coerente e unitario dei processi culturali mediante la competenza nell’uso dell’italiano, lingua veicolare per l’apprendimento di tutte le discipline.

Le Indicazioni Nazionali e la valorizzazione della progettualità

Le Indicazioni Nazionali apportano nel sistema di istruzione innovazioni significative, quali la nuova articolazione del quinquennio in due bienni e in un quinto anno, l’assolvimento dell’obbligo scolastico al termine del 1° biennio, l’esplicitazione dei nuclei fondanti e dei contenuti imprescindibili al posto dei programmi ministeriali, la rivendicazione dell’unitarietà dell’apprendimento senza la separazione netta tra gli ambiti disciplinari, la valorizzazione della didattica laboratoriale.

Le istituzioni scolastiche possono utilizzare le quote di autonomia e di flessibilità dei curricoli, nel rispetto dei vincoli previsti e in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale, sia per potenziare gli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti, sia per attivare ulteriori insegnamenti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

La progettualità delle scuole, inoltre, può esplicarsi attraverso un maggiore collegamento con il territorio e con il mondo del lavoro, mediante i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), stage e tirocini, ma anche mediante nuovi modelli metodologico – didattici, quali, ad esempio, la didattica per competenze, la didattica laboratoriale, l’apprendimento  cooperativo, la simulazione di ruoli, o mediante nuovi modelli organizzativi, quali il comitato scientifico e i dipartimenti per ambiti disciplinari, per progetti specifici, per la formazione in servizio e così via.  

Il dirigente scolastico e le Indicazioni Nazionali

Il dirigente scolastico, secondo quanto esplicitato nei commi 78 e seguenti dell’unico articolo della legge 107/2015, che appare in continuità con quanto detto nel D.Lgs 165/2001, organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza ed efficacia formativa, promuove lo sviluppo dell’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e sperimentazione, favorisce il successo formativo promuovendo iniziative e interventi mirati, assicura il raccordo e l’interazione tra le componenti scolastiche, promuove la collaborazione tra le risorse culturali, professionali sociali ed economiche del territorio interagendo con gli Enti Locali.

Nella scuola dell’autonomia il ruolo del dirigente si è caricato di maggiori responsabilità rispetto al passato, anche perché la trasparenza e la verificabilità dei risultati, rese pubbliche attraverso la rendicontazione sociale, testimoniano senza equivoci il livello di qualità della gestione e della organizzazione della scuola a lui affidata.

Il dirigente, che tra le molteplici funzioni ha quella, non ultima, di coordinatore didattico, promuove e garantisce all’interno del collegio dei docenti, dei dipartimenti e dei consigli di classe la costruzione di percorsi formativi utili a far raggiungere agli studenti, valorizzando le potenzialità di ciascuno, gli esiti di apprendimento e le competenze previsti nel PECUP, attraverso l’uso sapiente degli strumenti previsti dall’autonomia, quali, ad esempio, la flessibilità del tempo scuola, l’apertura delle classi, la codocenza, l’uso mirato delle metodologie didattiche e delle tecnologie, anche nel rispetto della certificazione delle competenze formali, informali e non formali introdotta dal D.dlgs 13/2013.

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