Influenza A, mezza scuola è contagiata ma si continua a far lezione

Dopo la paura delle scorse settimane, l’influenza da virus A/H1N1V sembra destinata a non determinare troppi sconvolgimenti nel regolare svolgimento delle lezioni. Almeno in base a quel che sta accadendo nelle ultime settimane. Dopo le ultime indicazioni, stavolta giunte nero su bianco attraverso una circolare ministeriale, si spiegava che, attraverso l’intervento del sindaco, “la durata della sospensione delle attività didattiche o della chiusura della scuola dipenderà dalla gravità e dall’estensione della malattia”. La tendenza a verificare la gravità della situazione caso per caso, abbandonando la decisione presa in un primo momento di chiudere gli istituti in presenza di tre o più casi, è giunta in questi ultimi giorni attraverso l’evolversi di casi reali.
Come quello accaduto nell’aretino, a Ortignano Raggiolo, paesino di 800 abitanti: in una piccola scuola elementare con soli 44 alunni iscritti complessivi, che fanno tempo pieno attraverso otto insegnanti che si alternano, si è vista privata, proprio dal virus della nuova influenza, ben 23 alunni contemporaneamente. Proprio come indicato dal ministero della Salute sono rimasti tutti a casa al riposo, a curarsi ed anche ad evitare il contagio ulteriore. E gli altri 21 rimasti indenni dal virus? Hanno continuato a frequentare normalmente, visto anche che la scuola è rimasta aperta nonostante l’evidente presenza di un focolaio di nuova influenza.
Anche il futuro sembra prospettarsi in questa direzione: quella di lasciare aperte scuole e classi anche quando arriverà il picco dei contagi. “Non credo sia necessario chiudere le scuole tra metà dicembre e metà gennaio, quando la nuova influenza potrebbe assumere le forme più acute – ha affermato il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, proprio alla luce di quanto accaduto nell’aretino – ed è importante non creare allarmismi“. Se lo dice lui, il viceministro che fu anche il primo questa estate ad anticipare tutti gli altri esponenti politici parlando di pericolo e di contagi di massa, forse possiamo stare un po’ più tranquilli. Almeno per un po’ di giorni.
Alessandro Giuliani

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