La suprema Corte ha annullato la sentenza del T.A.R. della Puglia (Sezione II di Lecce n. 400/96 del 6/6/1996, notificata il 12/8/1996) che dichiarava illegittimo il riconoscimento della causa di servizio ad un dipendente pubblico che aveva avuto un incidente d’auto mentre tornava a casa dal lavoro. La sentenza dei giudici di merito si basava sul presupposto che il dipendente non era titolare di autorizzazione a viaggiare e aveva utilizzato il mezzo privato per lo spostamento.
"Il rischio specifico connesso al normale percorso – si legge nel dispositivo – necessario ad assicurare la presenza in servizio del dipendente non può sfuggire al regime proprio degli incidenti dipendenti da causa di servizio, atteso che l’incidente stradale in questione risulta collegato, in modo incontestabile, alla prestazione lavorativa e non è ravvisabile, nel caso specifico, alcuna particolare ragione personale, liberamente determinata dal dipendente stesso, capace di comportare l’eventuale rottura del nesso di causalità tra la prestazione del servizio e l’incidente occorso al ricorrente".
Una pronuncia importante che tutela i diritti dei lavoratori, riconoscendo i rischi a cui sono esposti coloro che lavorano fuori sede. La sentenza non mancherà di avere effetti anche nel comparto scuola: un settore caratterizzato da un altissimo numero di pendolari. Primi fra tutti i docenti su cattedra orario, spesso soggetti a continui spostamenti da una scuola all’altra, anche nella stessa giornata.
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