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Investita nel parcheggio del nido, bimba invalida. Maestra a processo, potrebbe evitare la sentenza: la rabbia dei genitori

Una storia molto amara quella relativa ad una bimba che nel 2018 è stata investita nel parcheggio dell’asilo nido che frequentava a Velletri. Come scrive Il Corriere della Sera la piccola ha riportato gravi conseguenze dopo l’impatto; oggi, 5 anni dopo, l’Asl ha rilasciato ai genitori l’esonero dall’obbligo scolastico.

Oggi la bimba ha sei anni ed è in stato vegetativo. “Tetraparesi spastica, diabete insipido, trombosi dei seni venosi, insufficienza respiratoria cronica, trauma cranico da schiacciamento”, sono solo alcune delle terribili conseguenze dell’incidente.

Chiesta messa alla prova per la docente

Per l’accaduto è finita a processo la donna al volante della macchina che ha investito la bambina, una mamma, e la maestra e responsabile dell’asilo, accusata di non aver vigilato sulla piccola e di averla esposta a pericoli. Quest’ultima è stata prima imputata per abbandono di minore ora per lesioni gravissime e per aver abbandonato la classe.

Proprio per questo cambio di imputazione la difesa ha chiesto l’istituto della messa a prova e l’11 settembre la giudice deciderà. Se questa richiesta sarà accolta la maestra imputata prestando la sua opera di volontariato sociale chiuderà conti con la giustizia e non ci sarà reatoné sentenza. Da qui il dolore dei genitori della piccola.

“Una bimba sana si è ritrovata invalida”

Il papà ha detto, con rabbia: “La maestra sulla sua testa ha due accuse, prima erano due di abbandono di minore che ora si sono ridotte ad una, quella di aver lasciato gli altri bambini con un comportamento che ha messo a rischio loro e la stessa Lavinia che non andava raccolta da terra e portata in ospedale in macchina come ha fatto, e come confermato dai medici. Resta l’accusa che non abbia custodito Lavinia in modo opportuno, ma non è più abbandono di minore come in origine, si tratta di un’accusa grave ma colposa. La difesa ha chiesto la messa alla prova anticipata con cui si può evitare la sentenza e fare cose di utilità sociale. La messa alla prova presuppone la piena assunzione di responsabilità che non c’è stata mai nei fatti e prevede la responsabilità anche nel ristoro economico e voglio ricordare che siamo fermi a 1 euro di risarcimento. Speriamo che il giudice valuti bene. Questa cosa metterebbe fine al processo”.

“Noi vogliamo un processo e una sentenza, questo abbiamo sempre chiesto perché il rischio prescrizione ancora incombe. Rispetto i giudici, ma siamo in un paese democratico e penso di avere il diritto di critica”, ha aggiunto. “E’ un dolore che ha cambiato tutto, lo vive Lavinia, noi, il fratello e la sorella. Non ci vogliamo sostituire ai giudici – ha detto la mamma– ma crediamo di essere ancora molto lontani dalla verità che stiamo cercando. Era una bambina sana, si è ritrovata ad essere invalida al 100% senza alcuna possibilità di ripresa”, ha concluso.

Redazione

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