Home Attualità Ipotesi Metaverso, inaugurata a Roma la mostra che coniuga storia ed innovazione

Ipotesi Metaverso, inaugurata a Roma la mostra che coniuga storia ed innovazione

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Un percorso tra storia ed innovazione, 15 ambienti multimediali e multisensoriali tra il barocco ad oggi.

È stata inaugurata a Roma a Palazzo Cipolla la mostra “Ipotesi metaverso” un evento che farà vivere in modo innovativo 15 ambienti in un percorso storico che parte dal Barocco per arrivare ai giorni nostri.

Un percorso tra storia ed innovazione

La mostra vede la partecipazione di 32 artisti di cui 16 storici e 16 contemporanei, un’immersione nelle nuove dimensioni spazio/temporali grazie al metaverso. Il palazzo storico di Via del Corso sarà quindi trasformato in percorsi multimediali e multisensoriali in un viaggio interessante tra virtuale e reale, linguaggio e visioni. Altalene immersive, filosofia digitale zen, tecnonatura, visori di realtà virtuale, intelligenza artificiale, sculture blockchain, suoni generativi, questi tra gli ingredienti principali della mostra che sarà attiva fino al 23 luglio 2023.

Come riporta Italpress, la mostra tra le prime del genere su scala internazionale, è stata fortemente voluta dal Prof. Avv. Emmanuele Emanuele e a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi.

Il palazzo ottocentesco affacciato sul centro storico di Roma, per volontà del Presidente Emanuele che vi ha realizzato ben 59 mostre in poco più di vent’anni, si è sempre configurato come avamposto contemporaneo della capitale, intercettando nuove tendenze e nuovi linguaggi, promuovendo l’arte contemporanea in ogni sua coniugazione e sfumatura.

Spero sinceramente che questa mostra, nella quale abbiamo chiamato a esporre giovani artisti noti già nel mondo, in Oriente, in America, in Europa, possa dare contezza di questa mia visione innovativa e radicalmente rivoluzionaria” è il sogno dell’ideatore dell’evento, non nuovo all’utilizzo di questo tipo di linguaggi, in cui le tecnologie innovative si mettono a servizio della creatività , dell’arte in tutte le sue forme, offrendo all’artista nuovi strumenti per esplorare ogni angolatura nascosta del fare arte.

Questa mostra” spiega ancora il Prof. Emmanuele Emanuele “si configura come la sintesi di quello che è il mio pensiero, ovvero che oggigiorno è necessario ed imprescindibile coniugare la tradizione con il nuovo che avanza, con il mondo digitale, con l’apporto delle nuove tecnologie, che costituiscono una vera rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento che è, fin dall’alba dei tempi, alla base dell’opera d’arte”

L’importanza di sfruttare le nuove tecnologie

Un messaggio importante anche per chi pensa che la tecnologia possa, un giorno, sopraffare la specificità dell’essere umano, mentre invece questo è un esempio concreto e reale di come è importante imparare a conviverci ed anzi è necessario sfruttarne a pieno le potenzialità che essa offre per migliorare la qualità della nostra vita.

In questo caso l’innovazione tecnologica, il metaverso, la realtà aumentata collega il passato con il futuro, passando per il presente, dando ai visitatori e agli studenti che avranno la possibilità di andarci una “vista” diversa della storia. Il visitatore durante il percorso della mostra si immerge in una dimensione phygital che significa nel nuovo gergo l’unione tra fisico e digitale che è proprio il contesto in cui opera il Metaverso.

Sono presenti spazi con realtà virtuale e realtà aumentata costruiti su tecnologia blockchain in cui lo studente visitatore potrà incarnarsi nel proprio avatar e trasformarsi in quello che ha sempre sognato di essere grazie alle potenzialità del metaverso.

Le opere esposte

“Il percorso parte da una fra le più celebri e visionarie “Carceri d’Invenzione” di Giambattista Piranesi per entrare subito dopo dentro le sue architetture illusionistiche e disorientanti grazie al film d’animazione 3D di Grègoire Dupond e Teho Teardo. Nella grande sala laterale, il moto pendolare fra fisico e digitale si concretizza nell’altalena immersiva di Fabio Giampietro e Paolo Di Giacomo, mentre al centro Maurits Cornelis Escher, l’artista che ha più ispirato gli “architetti” del Metaverso, dialoga con Andrea Pozzo, di cui è esposto il bozzetto per la finta cupola della Chiesa di S.Ignazio, capolavoro di architettura simulata e virtuale che lo stesso artista olandese aveva studiato ed ammirato a Roma”. Interessante tra le altre opere anche quella di Giacomo Balla, un dialogo fra fisico e digitale, capace di realizzare una sorprendente ibridazione fra razionalismo ed esoterismo

Procedendo nel percorso, l’idea di Tecnonatura, che apre la strada ad un rinnovato dialogo fra esseri umani e natura tramite la tecnologia, trova espressione nel lavoro di Primavera De Filippi, con il suo “Plantoid” che si nutre di criptovalute, mentre possiamo pensare di tramutarci in divinità ibride grazie alla fantasia e ai modelli 3D di Pinar Yoldas: le sculpture phygital dell’artista turca. Interessante anche la visione del metaverso del britannico Chaplin, giovanissimo artista di Nottingham: con lui il metaverso appare infatti come una finestra su vari mondi, in cui l’utente può navigare attraverso uno schermo e una tastiera, a metà tra il gaming e l’esperienza immersiva.

Un percorso tra storia ed innovazione, tra percorsi multimediali, metaverso, realtà aumentata e virtuale, un’occasione importante per le scuole per far vivere un’esperienza interessante e nuova agli studenti.