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Iscrizioni alunni: è scontro fra Andis e Confederali

Sulle iscrizioni per il 2005/2006 è scontro aperto, a Torino, fra Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) e segreterie regionali di Cgil-FLC, Cisl-Scuola e Uil-Scuola.
Il casus belli nasce da un modello per le iscrizioni che l’Andis torinese aveva trasmesso alle scuole nei giorni scorsi e che pareva godere di una sorta di "lascia-passare" da parte dei sindacati confederali. Il modulo propone alle famiglie la scelta fra tre possibilità diverse:

– tempo scuola di 40 ore (tempo pieno ovvero "27 + 3 + 10")
– tempo scuola di 30 ore (27 + 3)
– tempo scuola di 27 ore.

Per inciso, la notizia che i Confederali non avessero obiezioni sembrava indirettamente confermata dal fatto che nel direttivo torinese dell’Andis è molto forte la presenza di dirigenti scolastici iscritti ai sindacati confederali.
Ma nella mattina del 9 dicembre Cgil, Cisl e Uil hanno chiarito che loro, sulla proposta dell’Andis, sono nettamente contrari.
Al tempo stesso i Confederali hanno divulgato una bozza di modello di iscrizione in cui le famiglie sono invitate a scegliere fra due modelli orari soltanto, così definiti:

– tempo pieno  (40 ore con due insegnanti, comprensive del tempo mensa)
– tempo scuola di 30 ore con eventuale tempo mensa aggiuntivo.

Gran parte delle scuole piemontesi si stavano già adeguando alla proposta dell’Andis, che nella regione conta su una nutrita schiera di iscritti e simpatizzanti, ma la presa di posizione dei sindacati confederali sta creando molte incertezze.
Peraltro il "chiarimento" fornito da Cgil, Cisl e Uil non piace molto all’Andis nazionale, il cui presidente Gregorio Iannaccone così commenta la vicenda: "Intanto c’è da dire che è certamente vero che il tempo pieno è nato con due insegnanti per classe, ma nel corso degli anni il modello si è via via evoluto, tanto che ormai adesso in molte realtà il team è formato da più insegnanti".
"E poi
– prosegue il Presidente dell’Andis – la soluzione proposta dai confederali torinesi mi lascia molto perplesso su un altro punto: noi non possiamo limitare la scelta delle famiglie fra il tempo pieno e il modello a 30 ore; le famiglie che optano per le 27 ore non possono essere obbligate  a scegliere ore aggiuntive".
Va anche aggiunto che qualche mese fa il Consiglio di Stato era intervenuto sulla materia e aveva accolto il ricorso di un gruppo di genitori romani che nella loro scuola non avevano avuto la possibilità di ottenere un orario di sole 27 ore. Il Consiglio aveva censurato il comportamento del dirigente scolastico chiarendo che una simile decisione non è solamente inopportuna ma anche illegittima.

Reginaldo Palermo

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