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Istat: il 58,8% delle donne uccise è vittima di un partner o ex partner

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Certifica l’Istat: “Per tutti gli omicidi di donne avvenuti nel 2021 è stato individuato il responsabile. Nel 58,8% dei casi l’omicidio si è verificato nell’ambito della relazione di coppia: il 45,4% delle donne è vittima del partner, il 13,4% di un ex partner. Fra i partner assassini nel 77,8% dei casi si tratta del marito, mentre tra gli ex prevalgono ex conviventi ed ex fidanzati. Il 25,2% delle donne è invece vittima di un altro parente, il 5% di un conoscente e il 10,9% di uno sconosciuto. Tutti i minorenni sono uccisi da persone che conoscono”. Inoltre, dai dati Istat emerge anche che è straniero il 19,1% delle vittime, di cui il 63,8% sono uomini e il 36,2% donne. In totale, nel 2021 i dati Istat riportano 104 femminicidi, su 119 omicidi con una vittima donna:

  • sono 70 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; 
  • sono 30 le donne uccise da un altro parente; 
  • sono invece 4 quelle uccise da conoscenti in ambito affettivo o relazionale.

Tra le restanti 15 vittime donne solo maggiori informazioni permetterebbero di definire se sono omicidi di genere.

Gli omicidi di genere, comunemente detti femminicidi, sono quelli che riguardano l’uccisione di una donna in quanto donna”.

E ancora: le regioni più violente per le donne sono: Liguria, Emilia Romagna, le Province di Bolzano e Trento, a cui si aggiungono il Lazio e l’Abruzzo. Sono più spesso al Nord le regioni con il tasso più elevato di donne uccise dai partner (con cui hanno o hanno avuto nel passato una relazione).

Singolare tuttavia appare un altro dato: mentre gli omicidi calano, i femminicidi aumentano, le cui cause sarebbero da ricercare nell’ordine dei rapporti tra uomini e donne: una violenza che è conseguenza della discriminazione, dal punto di vista legale e pratico, delle persistenti disuguaglianze.

L’Italia, purtroppo, non fa ancora abbastanza per combattere i femminicidi e la violenza sulle donne, così come è dichiarato da “Grovio”, l’Organismo del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Istanbul.