“Assumeremo tutti, cambieremo la scuola, cambierà tutto!” Era ancora estate, sei mesi fa, quando il presidente del consiglio lanciava proclami trionfalistici.
Poi venne la “buona scuola”, che tanto buona non era, anzi, non lo era proprio, metteva i giovani gratis nelle fabbriche, magari obsolete, prometteva innovazioni, alcune sensate, altre a casaccio e nel solo interesse dei poteri forti.
Poi doveva venire il decreto d’urgenza, poi forse no, anzi, proprio no.
Poi un disegno di legge. Ma alla fine nemmeno quello. Alle fine rimasero solo le linee guida della riforma.
Linee sinuose, nemmeno rette. E allora qualcuno iniziò a capire che la buona scuola e le assunzioni erano solo una favola. L’ennesima favola di Matteo Renzi.
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