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L’Europa boccia la scuola italiana

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È di poco tempo fa uno stralcio, molto significativo, riportato da tutta la stampa nazionale e, suppongo, anche da quella estera che dovrebbe far riflettere molto i responsabili della nostra scuola. Come qualcuno ricorderà ciò è avvenuto con l’apertura dell’anno scolastico 2013-’14, quando il nostro presidente della Repubblica del tempo, Giorgio Napolitano, una rarità fra gli uomini saggi della nostra nazione, afferma delle verità quasi mai condivise dai nostri cosiddetti politici (di tutte le tendenze…) a proposito della nostra scuola la quale…negli ultimi anni ha sofferto, diciamo la verità, di incomprensioni e miopie, di rifiuti e tagli alla cieca, più che di una necessaria lotta contro innegabili sprechi, da parte dei responsabili della cosa pubblica.

NELLA SCUOLA TROPPE RIFORME: OGNI GOVERNO STUDIA UNA RICETTA.

Da un po’ di tempo a questa parte sembrerebbe che l’Italia sia diventata il Paese delle riforme facili e ricorrenti soprattutto, come già avvenuto nel campo della scuola per la quale ogni governo sembra inventarsi delle proprie formule per renderla il più possibile, … a sua immagine e simiglianza! Niente di più sbagliato e controproducente per i suoi poveri sudditi!

Ma, una riforma che aspiri veramente al miglioramento e al potenziamento di una scuola al passo coi tempi, non può e non deve ridurre drasticamente il monte ore annuale di studio anche per quelle discipline che hanno sempre rappresentato il classico fiore all’occhiello della cultura scolastica italiana degli ultimi decenni.

E poi è normale che la nostra scuola, nel giro di appena 2 anni, abbia dovuto subire la bellezza di ben due riforme?

  • La 1^ con la fine legislatura di un precedente governo di centrosinistra (la cosiddetta riforma dei cicli voluta da Tullio De Mauro.

  • La 2^ (…e ti pareva) con l’avvento dell’allora centrodestra con la cosiddetta riforma Moratti (che poi Moratti non è perchè il suo vero nome è Letizia Brighetto Arnaboldi…). Fatta questa breve, credo doverosa parantesi, di lì a poco ci si ritrova nuovamente ad un breve ritorno del centrosinistra (ricordiamo Fioroni) che non ha il tempo di riformare alcunché poiché ecco prevalere, in maniera prorompente, il governo di centrodestra che ha fatto di tutto per riformare quella che era stata la sua stessa precedente riforma, quella voluta dalla cosiddetta Letizia Moratti.

    Quest’ultima ha avuto l’abilità, fra le tante cose negative della sua riforma, di eliminare ben due ore (dalle classiche e consolidate 18 ore settimanali…) della lingua Italiana ed altre due ore delle consolidate, classiche tre ore, di Tecnologia che ormai sembra condizionare il nostro modo di vivere.

    Il tutto con l’abbassamento del tempo scuola che condizionerà ormai, in maniera negativa, il profitto culturale e formativo dei nostri allievi.

Come la mettiamo cari signori Capoccioni del Ministero della P.I. (preferisco definirlo sempre così) per porvi rimedio a questa triste e vergognosa situazione?

Forse non è il caso di essere pessimisti in merito visto che già ha posto rimedio la penultima ministra della P.I.,. Brighetto Arnaboldi Letizia, meglio conosciuta come Moratti. Difatti, come tutti sanno, al fine di porre rimedio alla suddetta faccenda, con la sua riforma, ha eliminato ben due ore di Lettere settimanali nella scuola media e nel contempo, visto che siamo in un’era altamente tecnologica, ha pure eliminato anche le due ore, su tre, della disciplina intesa come Tecnologia.

Che dire e pensare di questi nostri Capoccioni esperti ministeriali?

A voi, l’ardua sentenza!

Vorrei solo affermare che non si può e non si deve mai risparmiare sulla scuola facendo tagli inconsulti: ne va di mezzo l’aspetto formativo e culturale di ogni individuo.

Lo stesso interessante problema culturale è stato affrontato, di recente anche a Messina, da Francesco Sabbatini insigne professore Ordinario di Storia della Lingua Italiana nell’Università La Sapienza di Roma.

Il bravissimo professore è anche Presidente onorario della famosa, storica Accademia della Crusca.

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Nel frattempo, mentre siamo giunti nel giugno 2015, il nostro governo (tanto per… cambiare!) tenta di varare un’altra riforma scolastica dal “titolo”: – La Buona Scuola, che mette al centro lo studente con i suoi sogni…

Ma è mai possibile che in Italia si sia consolidata questa moda di voler, ad ogni piè sospinto, riformare questa nostra benedetta scuola, peggiorandola di volta in volta, a discapito della cultura e della formazione dei nostri cari allievi?

Io sono del parere che la riforma della scuola, appartenga a tutti i cittadini poiché riguarda la crescita culturale di tutto un Paese ormai alle prese anche con i problemi legati allo sviluppo tecnologico, economico, sociale, politico, ecc., del mondo intero, sempre più interattivo e globalizzato. Occorre per questo formare i nostri allievi, futuri cittadini ad avere, fra l’altro, una elasticità mentale ed una apertura culturale tali da poter tenere il passo coi tempi, con il mondo intero: non solo con quello schierato a sinistra o quello schierato a destra, che dir si voglia!

Vorrei far notare pure che, per certi versi, la Scuola è come la Costituzione, il Presidente della repubblica, … per cui una sua eventuale riforma da realizzare dovrebbe avvenire sotto l’egida di tutto il governo (bipartisan) e non solamente dello schieramento politico di maggioranza numerica del momento!

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In questo bailamme di incertezze ed incompetenze varie, per completare il quadro della situazione in oggetto manca semplicemente la conoscenza dello scarso impegno finanziario che i vari governi, succedutesi nel tempo hanno spesso mostrato nei riguardi della nostra scuola. L’ultimo aggiornamento mostrato in proposito lo si può verificare dal recente articolo estrapolato dal giornale Il FattoQuotidiano di recente pubblicazione (10 giugno u.s.) e, qui di seguito, riportato.

La prima vera riforma avvenuta nella scuola italiana porta la firma di un governo di centro-sinistra per la realizzazione della quale è stata chiamata la base dei docenti al fine di collaborare per una migliore riuscita della stessa con l’apporto degli esperti responsabili che facevano parte delle piùm svariate, ufficiali Associazioni culturali allora esistente comprendenti varie discipline: Lettere, Storia e Geografia, Scienze Matematiche e così via..Il tutto al fine di formare la famosa Commissione dei Sessanta (compresa la mia materia d’insegnamento divenuta, Educazione tecnica). L’unica riforma del dopoguerra ben riuscita e che ha rappresentato il nostro fiore all’occhiello anche per gran parte del resto del mondo. Pensate che al fine di poter rendere più efficaci i nuovi programmi della suddetta riforma, il legislatore ha ritenuto opportuno, nel 1979, inserire una cosiddetta Miniriforma che fra l’altro ha voluto inserire in vari capitoli l’uso pressochè costante dei mezziaudiovisivi…

31 dicembre 1962 – Proprio l’ultimo giorno dell’anno un fatto importante avviene in Italia nel campo dell’Istruzione: nasce la nuova “Scuola Media Unificata” ed obbligatoria che sostituisce il tradizionale criterio selettivo con quello squisitamente formativo.

La nuova scuola media dell’obbligo (che veniva fuori dalla “fusione” dell’ex scuola Media e dell’Avviamento professionale) prevedeva nel suo piano di studi i seguenti insegnamenti obbligatori: – Religione, Italiano, Storia ed Educazione civica, Geografia, Matematica, Osservazioni ed Elementi di scienze naturali, Lingua straniera, Educazione artistica, Educazione fisica.

Erano inoltre obbligatorie, nella prima classe, le Applicazioni tecniche (che si distinguevano in Applicazioni tecniche maschili e femminili) e l’Educazione musicale, che diventavano facoltative nelle classi successive.

Il Latino era introdotto come materia autonoma e facoltativa solo nella terza classe

Vorrei chiudere con lo stesso messaggio (sintesi) che ho pubblicato qualche giorno fa su Tecnica della Scuola.

Chi è un po’ addentrato nei problemi (soprattutto quelli “veri” come la didattica, la pedagogia… non quelli politici che sin riferiscono quasi sempre ai tagli e/o al risparmio…!) della nostra scuola dovrebbe ricordare che il più delle volte, vari Governi sono caduti proprio a causa dei problemi legati alla scuola. Ricordate il Governo a cui faceva parte il ministro della P.I. Falcucci? Questo è stato, ad esempio uno dei primi a cadere. E poi tanti altri compreso uno dei più recenti legati alla Moratti…? Anche l’attuale Governo sembra “votato” alla stessa fine proprio a causa, soprattutto, della solita inadeguata riforma scolastica. Per non parlare poi degli appropriati investimenti mai adeguati nei riguardi della scuola. 4Non credo sia il caso di prolungarmi oltre: arrivederci, purtroppo, al prossimo Governo con la speranza di vedere nominati dei validi, competenti responsabili al ministero della (ex) P.I.