I Licei brevi sono efficaci nella formazione degli allievi? Questa è la domanda che la classe insegnante deve porsi: eseguire le decisioni ministeriali e i diktat del Miur in un sistema a regime o essere onesti intellettualmente parlando?
La scuola garantisce, generalmente, una preparazione seria dei giovani? Le ore d’insegnamento vengono decurtate, invece di essere aumentate. La scuola sta diventando sempre più professionalizzante e meno formativa, carente sempre più nei contenuti!
La denuncia arriva da più parti, dai docenti universitari, dagli intellettuali, dalla poca competizione lavorativa dei giovani, quando trovano lavoro e si presentano ai colloqui!
La scuola diventa sempre più un costo per lo Stato e chi la regge è realmente il Ministero dell’economia e non quello dell’Istruzione.
La sperimentazione dei Licei brevi, in realtà, è una nuova trovata per abbattere i costi: meno ore, meno insegnanti e via dicendo.
A parte la questione economica, volendo entrare nei contenuti, la domanda è: i licei brevi possono garantire l’apprendimento dei giovani, dovendo svolgere un programma di cinque anni in quattro?
I tempi dell’apprendimento sono congrui all’apprendimento di tanto vasto sapere?
I tempi dell’attenzione, oltretutto, non consentono ai giovani studenti di assimilare in molte ore concentrate in un giorno.
Questa è realtà e non chiacchiere.
Le tecnologie sono diventate la panacea di tutti i problemi. In effetti fior di psicologi auspicano la necessità di ritornare all’uso della mano, perché si sta rischiando l’incapacità degli studenti di scrivere in buona calligrafia e, quindi, di esprimersi e di comunicare pensieri.
Sviluppare il senso critico significa spendere ore nelle analisi dei testi e della realtà e costruire pensieri. Insomma, la preparazione richiede tempi scientifici.
In Finlandia, dove il ciclo breve è in vigore, gli esiti non mi sembrano positivi, in Italia, dove i licei brevi sono stati sperimentati, ci sono negatività!
La tecnologia, inoltre, deve essere a servizio dei contenuti e non viceversa, se ci pensiamo.
L’unica speranza è che la classe insegnante, dirigenti compresi, compatta dica un No secco ai Licei brevi.
La classe docente e dirigente è ad un bivio e deve decidersi, se vuole essere coerente.
Dopo la petizione on line su Change.org per chiedere alla Lega di ritirare la candidatura…
Tra le criticità più gravi del meccanismo delle nomine da GPS, resta senza dubbio il…
In occasione del 1° maggio in una filastrocca la scrittrice Maria Assunta Oddi celebra l’importanza…
La nostra iniziativa Dillo al Ministro ha riscosso un notevole interesse fra i docenti che…
È il primo maggio e i massimi rappresentati dell’Istruzione in Italia rimarcano l’importanza del lavoro…
In riscontro a quanto previsto dall’art. 10 comma 6 del decreto 37 del 29 febbraio…