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La denatalità fa tornare le pluriclassi, proteste: ridurre il numero minimo di alunni. Per docenti e Ata organici bloccati fino 2026, ma poi…

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Il forte calo di nascite degli ultimi anni sta cominciando a produrre effetti pesanti anche all’interno delle scuole, con sempre più istituti e classi destinate ad estinguersi per scarsità di iscritti, ma anche con organici del personale che alla lunga potrebbero ridursi soprattutto nei piccoli centri (la garanzia di mantenere l’attuale assetto numerico varrà solo fino al 2026). Del resto, è stato l’Istat qualche tempo fa a dichiarare che nel 2050 ci saranno cinque milioni di italiani in meno, tra i quali due milioni di giovani: è come se in meno di 30 anni scomparissero tutti gli abitanti della Sicilia.

Ma agli oltre 100.000 iscritti in meno l’anno a scuola, si sommano pure gli innalzati “tetti” Gelmini, di quasi tre lustri fa, con la formazione delle classi che al di sotto di determinati numeri diventa quasi impossibile attivare. E a pesare c’è anche la decisione presa dal Governo Meloni di avviare un mini-dimensionamento dopo quello maxi figlio della Legge 81 del 2009.

Denatalità e norme ferme a diversi anni fa, come più volte sottolineato dall’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, molto più preoccupato di questo che delle classi pollaio, stanno costringendo gli Uffici scolastici a negare la formazione diverse classi. In alcuni casi si è arrivati a produrre delle pluriclassi, ovvero corsi di studio con alunni che hanno età diverse e che quindi frequentano più corsi di studio. Come è accaduto in questi giorni a Castelvecchio Subequo, un Comune della provincia dell’Aquila di appena 832 abitanti: la scuola è stata risparmiata, ma l’evidente calo delle iscrizioni, associato alle norme tutt’altro che “malleabili”, ha costretta i decisori dell’amministrazione ad autorizzare per il prossimo anno scolastico, il 2024/25, solo una pluriclasse prima/terza media. La quale verrà frequentata in tutto da 18 alunni.

Da sabato 6 aprile, gli alunni hanno disertato in massa la scuola. E lunedì 8 aprile i sindaci del comprensorio – Castelvecchio Subequo, di Secinaro, Gagliano Aterno, di Molina Aterno, di Castel di Ieri e Goriano Sicoli – , assieme ad alcune decine di genitori, si sono dati appuntamento davanti ai cancelli dell’istituto comprensivo per gridare tutta la loro rabbia, sotto forma di sit-in, per quello che reputano un vero e proprio “smantellamento della scuola media locale”.

“Non siamo un mondo a parte, ma siamo parte del mondo”, hanno detto sindaci e familiari degli alunni: lo hanno ribadito in un lungo incontro svoltosi in mattinata con Paola Ruscitti, la dirigente scolastica del Comprensivo di Raiano, alla quale hanno manifestato le loro ragioni.

“Abbiamo bisogno che le istituzioni stiano dalla parte dei nostri ragazzi affinché realizzino i loro sogni e le loro aspirazioni nei modi costituzionalmente sanciti”, hanno quindi spiegato dal comitato spontaneo dei genitori.

“Siamo al fianco delle famiglie e siamo pronti e disponibili ad interloquire con gli organi di Governo competenti affinché si prestino le necessarie attenzioni a motivazioni di carattere socio ambientale e non meramente numeriche. È arrivato il momento di cambiare la legge attraverso riforme strutturali”, hanno chiosato i sindaci. Per il prossimo anno scolastico, tuttavia, senza un intervento politico o la mediazione di istituzioni di rilievo, molto difficilmente si riuscirà a sdoppiare la pluriclasse da 18 alunni.