Nonostante le defezioni di docenti e alunni, e seppur con qualche errore nelle griglie di valutazione che ha scatenato feroci polemiche, le prove qualche risultato lo hanno dato.
Per certi versi si tratta di uno strano procedimento: partire dai piedi per arrivare, non si sa come, alla testa. Meno presidi, meno professori, meno istituzioni scolastiche autonome, ma più valutazione degli stessi. Per ora l’Invalsi resiste, a dispetto di chi gli vuole male. E di prove ce ne saranno, possiamo giurarci, ancora a iosa, prima fra tutte quella della maturità del prossimo anno, visto che nessuno riesce a formulare una proposta alternativa al famoso Istituto nazionale di Valutazione. Ma arriveranno i correttori a prendere il posto degli insegnanti curriculari, solitamente sfruttati all’uopo? Con 15 milioni di euro in più, possiamo sperarci.
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