Categorie: Politica scolastica

La macchina ministeriale è prossima al collasso. Prepariamoci al peggio.

La vicenda della proroga per l’inserimento dei dati delle domande di inserimento nelle graduatorie di istituto è quasi incredibile.

Nei giorni scorsi sindacati, associazioni professionali, scuole e persino dsga a titolo personale e non, avevano segnalato al Ministero che sarebbe stato impossibile rispettare la scadenza del 30 giugno per l’inserimento dei dati.
Dal Miur non era arrivato nessun segnale di attenzione nei confronti della questione.
Noi stessi, nella giornata di sabato 24 avevamo contattato gli uffici del Ministero per sapere se ci fosse l’idea di intervenire, visto anche il malumore diffuso (giusto per usare un eufemismo) manifestato dai sindacati e dalle stesse scuole.
La risposta del Miur era stata irremovibile: la scadenza del 30 giugno non si tocca, prorogare vorrebbe dire allungare ancora i tempi della procedura con il rischio di non avere i docenti in classe già dal primo giorno di scuola.

 

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Nella giornata del 26 giugno si è però aperto uno spiraglio perchè, nel corso di un incontro fra Miur e organizzazioni sindacali, i dirigenti del Ministero hanno dovuto arrendersi all’evidenza e hanno incominciato a dire che forse il problema era meritevole di essere esaminato meglio.
Nelle 24 ore successive il Miur ha disposto la proroga di cui abbiamo dato subito notizia.
La vicenda provoca più di una domanda: ma, al Ministero, per capire se un problema è reale o meno, hanno bisogno ogni volta di proteste e “minacce” ? (ANP e Cgil erano arrivati a dichiarare che avrebbero dato copertura legale alle scuole ritardatarie).
Ma quando ci sono in ballo procedure complesse il Ministero non potrebbe attivare un tavolo di lavoro aperto a tutti i soggetti coinvolti ? Ma perchè le scuole devono essere spesso bacchettate o vissute dal Ministero come “nemici” da tenere a bada?
La Ministra non si rende conto che situazioni come questa alimentano l’idea che solo con le proteste e con le minacce gli operatori della scuola possono ottenere di essere ascoltati?
Ma l’alta dirigenza del Ministero ha ancora una vaga idea di cosa siano oggi le scuole e gli uffici di segreteria?  Lo sanno che dal 2000 in poi sulle segreterie si sono scaricate incombenze di ogni genere e che nel frattempo non solo gli organici del personale amministrativo non sono stati adeguati ma sono stati addirittura ridotti?
Sul sistema scolastico italiano gravano difficoltà certamente più importanti di questa, ma proprio per questo non si comprende per quale motivo il Ministero non riesca ad affrontare almeno i problemi dell’ordinaria amministrazione.
La macchina amministrativa sta forse collassando e non riesce più a garantire neppure lo svolgimento delle procedure più elementari?

 

Reginaldo Palermo

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