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La pensione? È un miraggio: sempre più piccola e lontana! Sbarra (Cisl) chiede correttivi: previdenza complementare, più Ape sociale e flessibilità in uscita

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La pensione dei dipendenti sembra essere diventata un miraggio: si allontana e con il passare degli anni diventa sempre più piccola. L’incidenza maggiore del sistema contributivo, che con il tempo va a prevalere, fino a sostituire, quello retributivo più conveniente al lavoratore, sta infatti ridimensionando l’assegno di quiescenza. Così, per tanti dipendenti, anche docenti, presidi e personale Ata, diventa difficile uscire dal lavoro prima dei 67 anni, soglia introdotta con l’ultima riforma previdenziale Monti-Fornero. Per dare una risposta a questa situazione sempre più svantaggiosai, i sindacati chiedono da tempo correttivi, deroghe e soluzioni alternative. L’ultima è stato proposta, giovedì 20 luglio, dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.

Parlando a margine della presentazione del libro “L’energia del salario”, il sindacalista ha detto che “affrontare in maniera prioritaria il tema di una pensione contributiva di garanzia per giovani e donne, incentivare l’adesione alla previdenza complementare, rendere strutturale e allargare l’Ape sociale, contrattare misure di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, allargare il bacino della quattordicesima mensilità, assicurare la piena indicizzazione delle pensioni“.

Sbarra ha aggiunto che in Italia “abbiamo posto al governo da tempo la nostra piattaforma unitaria”, perché “bisogna restituire al sistema pensionistico e previdenziale italiano profili di equità, flessibilità, sostenibilità e stabilità delle regole”.