“Bambini”, dice Iacomini, “che sono circa il 56% di tutti i bambini siriani. Ci sono due dati nel nostro rapporto che vanno evidenziati e che sono fondamentali: c’è oltre un milione di bambini che vive in zone sotto assedio o non raggiungibili; ci sono quasi 38mila bambini nati in condizione di rifugiati”.
“Ci sono situazioni incredibili. Noi abbiamo lavorato molto, abbiamo raggiunto dieci milioni di persone con l’acqua potabile, abbiamo allestito campi per rifugiati in Giordania, Libano e Iraq, abbiamo portato programmi di vaccinazione in scuole proprio per cercare di assistere questi bambini. Ma ci sono delle aree di grandissima criticità: non dimentichiamo che il campo di Yarmuk, quello della famosa foto della gente in fila, è stato inaccessibile per 300 giorni. Poi in altre zone ci sono ospedali distrutti, 4000 scuole rase al suolo e il personale umanitario lavora sotto il tiro dei cecchini”.
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