Il Murst ha completato le nomine del parlamentino degli artisti e dei musicisti ed ha finalmente indetto la prima riunione. Le questioni sul tappeto sono della massima importanza: prima fra tutte il ruolo degli istituti di alta cultura nel panorama formativo post secondario.
Le riforme hanno delineato un contesto distribuito su 3 livelli complanari: l’università, gli istituti di alta cultura (Conservatori, Accademie e Isia) e la formazione superiore integrata.
Tre opzioni che saranno a disposizione dei giovani all’indomani del conseguimento del diploma di maturità. Va detto subito, però, che al futuro degli istituti di alta cultura è strettamente legato anche il destino professionale dei docenti di educazione musicale e di educazione artistica. Si tratta di due categorie di docenti che sono fatte oggetto, ormai da troppo tempo, di discriminazioni decisamente incompatibili con i principi delineati dalla legge 508/99: impossibilità di fare corriera nella scuola (per il concorso a preside è prevista la laurea), impossibilità di riscattare i periodi di studio post secondario, impossibilità di sfruttare i propri titoli all’interno della Pubblica Amministrazione, in caso di mobilità intercompartimentale. Il riconoscimento dell’equipollenza con la laurea dei diplomi interverrà a sanare definitivamente queste distinzioni anacronistiche, ma le lungaggini burocratiche rischiano di far saltare tutto anche questa volta. Sarebbe opportuno, pertanto, che il Governo si facesse carico della situazione varando una disciplina transitoria al fine di consentire ai vecchi diplomati di usufruire dei vantaggi fissati dalla legge di riforma. E sarebbe solo un atto di giustizia.
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