Home Attualità La quarantena per i bambini: un trauma a cui nessuno sta pensando

La quarantena per i bambini: un trauma a cui nessuno sta pensando

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Da tanti giorni ormai i bambini sono in quarantena dentro le proprie abitazioni a causa del corona virus.

Ma quali possono essere gli effetti di questa lunga e forzata reclusione?

Più passano i giorni più i bambini tendono a soffrire lo stato di isolamento in casa. Di loro si è ampiamento parlato su giornali e social esclusivamente per le scuole chiuse, la didattica a distanza e per il fatto che in quanto possibili portatori del virus sono soggetti potenzialmente pericolosi in grado di esporre a rischi le fasce più deboli come ad esempio i loro nonni.

Per il resto non c’è stata una grande attenzione mediatica sugli impatti piscologici di questo isolamento da amici e parenti. E neanche i vari decreti fin qui predisposti dal Governo hanno preso in considerazione la situazione dei bambini. Per carità ovviamente la priorità è legata alla gestione delle emergenze, però visti i tempi lunghi di questa particolare ed “unica” situazione sanitaria, alcune scelte legate ai bambini andrebbero prese in tempi rapidi.

Per esempio, è permesso portare a fare una passeggiata i cani per l’espletamento dei propri bisogni mentre il decreto non fa riferimento a nessuna possibilità di piccole uscite da parte dei bambini. Ovviamente nessuna volontà di contraddire le fondamentali indicazioni di prevenzione sanitaria che tutti noi ormai conosciamo, però vogliamo sicuramente condividere un momento di riflessione su questi bambini, chiusi in tanti casi in piccoli appartamenti, almeno nelle grandi città pochi hanno la fortuna di avere giardini o terrazzi a disposizione.

Lontani dai loro amici, dal loro sport, dalle maestre e dai compagni di classe, dai loro nonni e parenti e in alcuni casi anche da uno dei genitori (in caso di genitori separati in comuni diversi). Gestire al meglio il loro tempo in casa è una delle imprese più complicate di questa emergenza.

I genitori, per chi ha ancora la fortuna di lavorare da casa in smartworking o nelle sedi consuete cercano di fare del proprio meglio per aiutarli nelle attività didattiche nell’ambito di questa formazione a distanza che si sta costruendo mattone dopo mattone giorno per giorno. E cercando di intrattenerli in attività ludiche come quelle di preparare insieme un dolce o di rispolverare qualche vecchio gioco di società chiuso nell’armadio. Qualche tik tok tra mamme e figli, film visti finalmente tutti insieme stretti nel divano di casa, disegni e pitture per i più pigri, ginnastica, baby dance e altre attività motorie per i più vivaci.

Riguardo a questa situazione particolare dei bambini è stata lanciata una Petizione, una lettera aperta al Presidente del Consiglio Conte in cu viene chiesto di esprimersi anche sulla possibilità di offrire ai bambini la possibilità di svolgere attività fisica all’aria aperta alla pari degli adulti e cioè non in gruppo e vicino casa e insieme ad uno dei genitori.

Non servono grandi cose, ma già la possibilità di poter fare una semplice passeggiata intorno casa mano nella mano con un genitore, prendere un po’ di aria e di sole o anche fare una breve corsetta non potrà che giovare alla salute fisica e mentale del bambino.

Di contro altare vengono segnalati anche casi di bambini e ragazzi che trascorrono lunghe ore (anche di notte) guardando la tv, chattando o presi dai videogiochi, cosa che li rende stanchi al mattino quando dovrebbero dedicarsi allo studio perché i genitori non riescono ad imporre delle regole o perché vengono lasciati liberi di fare.

Insomma, il discorso è davvero ampio dalle mille sfaccettature, rimane il fatto certo che la situazione e i bisogni dei bambini in questo momento sembrano essere sottovalutati.

La verità più drammatica è che questo del corona virus è un esperimento sociale fatto non su un campione ma su tutta la popolazione mai avvenuto prima i cui effetti e conseguenze ancora nessuno li conosce.

C’è già comunque una prima ricerca sugli effetti dell’isolamento sociale (anche se non specificatamente dei più piccoli) e in particolare sull’impatto psicologico della quarantena. Si tratta, in verità di una revisione di studi precedenti pubblicata su The Lancet in cui sono state raccolte le informazioni su varie quarantene avvenute in diversi periodi e zone del mondo. I risultati mostrano come conseguenza generale alcuni effetti psicologici negativi tra cui sintomi di stress post-traumatico, confusione e rabbia e altre problematiche che aumentavano con l’aumentare dei giorni di isolamento.

La rivista web GreenMe ha riportato alcuni importanti consigli della “Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico (SISST)”. Ne rammentiamo alcuni:

  • Trovate il tempo per farlo stare lontano dai media ed occuparlo con altre attività
  • Assicuratevi che non trascorrano un tempo eccessivo a contatto con i media: tenere la TV o i social attivi tutto il giorno
  • Spiegare con chiarezza gli eventi e vantaggi di una condotta sicura come l’isolamento fisico

Quali saranno davvero le conseguenze che dovrà affrontare un’intera generazione di bambini e ragazzi lo scopriremo solo quando tutto questo sarà finito del tutto, nel frattempo speriamo che questa situazione finisca al più presto e di poter vedere tutti i piccoli tornare a correre e giocare liberi e studiare insieme ai loro compagni.