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La rabbia della docente aggredita da una madre nel Napoletano: come ha fatto ad entrare la donna indisturbata a scuola? La preside si difende

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Come fa una donna ad entrare indisturbata in una scuola, ad attraversare l’istituto, entrare in classe e malmenare una docente, senza nemmeno l’opposizione di un collaboratore scolastico? A porre la domanda, al Tg1, è stata la stessa insegnante di inglese colpita ieri alla testa, al braccio e alla spalla sinistra, con tanto di occhiali rotti, dalla madre di una sua studentessa perché, a detta della donna, la professoressa avrebbe messo alla figlia dei voti troppo bassi.

Le domande della docente colpita

Durante l’intervista con la Rai, la docente di inglese, con 35 anni di insegnamento alle spalle, ribadisce la ricostruzione e le accuse già formulate il giorno prima.

“La signora è venuta verso di me rivolgendomi parolacce e poi colpendomi dietro la testa. Ha attraversato tutto l’istituto, con una vigilanza assolutamente inesistente”, ha detto la professoressa di lingue straniere ancora visibilmente provata per quanto accaduto.

Le spiegazioni delle dirigente scolastica

La preside dell’istituto dove è avvenuta l’aggressione ha subito messo in chiaro che c’era in quel momento un’emergenza da affrontare: la madre della studentessa, ha detto la dirigente scolastica scrivendo all’Ansa, “era arrivata a scuola dopo essere stata contattata dai responsabili di sede, in quanto la figlia aveva avvertito un forte malore. Nel corso dei concitati attimi in cui il personale scolastico era intento a prestare i soccorsi alla ragazza, si è consumata l’improvvisa violenza”.

Quindi, il problema dalla mancata sorveglianza non sarebbe da arrecare alla mancanza di personale, in particolare di collaboratori scolastici, che negli ultimi 10-15 anni è stato più volte ridotto a causa di manovre governative legate alla spending review.

“I collaboratori scolastici avevano identificato la signora all’ingresso. Non vi è stata un’irruzione”, ha precisato la dirigente scolastica: “la scuola è sempre presidiata ma purtroppo il momento di emergenza con il malessere della ragazza che peggiorava di minuto in minuto ha reso particolarmente complicata la situazione con la necessità di sollecitare a più riprese l’intervento del 118”.

Un collaboratore scolastico, ha ancora scritto la preside del Plinio, è intervenuto per bloccare la madre dell’alunna che era riuscita ad intercettare la docente.

Dalla ds è stata espressa piena solidarietà e vicinanza alla docente: “nulla può giustificare quanto accaduto. Lo sforzo quotidiano del sistema scolastico è quello di accompagnare gli studenti nella loro crescita personale, di formarli anche alla corretta gestione delle relazioni, di coltivare dialogo e confronto”, ha continuato la dirigente scolastica che subito dopo aver appreso “dell’ingiustificabile episodio ha contattato la docente”.

Solidarietà e soluzioni

Attestati di solidarietà alla docente sono arrivati anche dall’esterno: fuori la sede dell’istituto, il giorno dopo il deprecabile episodio, è apparso un grande striscione con la scritta: ‘Plinio contro la violenza’. Attestati di sostegno e vicinanza all’insegnante vittima della violenza sono arrivati anche dal sindaco, da associazioni e dai sindacati.

In tanti hanno commentato il caso. Che fa il paio con l’aggressione, con un pugno all’orecchio, prodotta dallo zio di un’alunna a Cesena, nei confronti di un dirigente scolastico che si è opposto all’uscita anticipata del ragazzo poiché il parente era privo di delega.

L’opinione prevalente è che la scuola di fronte alle manifestazioni di violenza, anche quelle dei genitori degli alunni, non riesca a reggere l’urto: servirebbe una rete a supporto delle scuole, locale e nazionale, che faccia di “filtro” per evitare che certi episodi si allarghino a macchia d’olio (come invece le statistiche ci dicono che da qualche anno sta avvenendo).

Sul caso di Castellammare di Stabia ha parlato anche il ministro Giuseppe Valditara: “Di fronte a questo preoccupante susseguirsi di aggressioni ai danni del personale della scuola – ha detto il ministro -, il ministero dell’Istruzione e del Merito valuterà i presupposti per proporre una costituzione di parte civile, eventualmente lamentando anche un danno d’immagine all’Amministrazione. Docenti e presidi non saranno lasciati soli”, ha assicurato il responsabile del dicastero di Viale Trastevere.