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La riscrittura del decreto 59 non rientra nelle priorità del Governo

La riscritttura del decreto 59 sul primo ciclo di istruzione non è nell’agenda delle priorità del Governo che, proprio oggi tramite il ministro Vannino Chiti, ha inviato ai Presidenti del Senato, Franco Marini, e della Camera, Fausto Bertinotti, le proprie indicazioni per la predisposizione del calendario dei lavori parlamentari del primo immediato periodo.“In attesa di una verifica doverosa della reale situazione finanziaria – precisa il comunicato di Palazzo Chigi – si è scelto di lavorare su provvedimenti realizzabili interamente senza che incidano sui capitoli di spesa”.
Per quanto riguarda la scuola e l’Università si parla solamente di provvedimenti affidati alla competenze dei rispettivi Ministri per la “rimodulazione dei tempi di attuazione del 2° ciclo e alla correzione dei Decreti sulle nuove classi di laurea”
La formula non dovrebbe lasciare spazio ai dubbi: non si fa alcun cenno né alla sospensione del decreto 226 né ad una sua revisione, ma solamente alla “rimodulazione dei tempi di attuazione”; come dire: la Riforma è quella e non si cambia, ma possiamo ridiscuterne i tempi.
Nessun accenno al problema del precariato che, come è evidente, per essere affrontato seriamente necessita di un qualche impegno finanziario che potrà essere assunto solamente dopo l’approvazione del DPEF e cioè non prima di settembre.
Ad ogni modo il comunicato di oggi non esclude che sul primo ciclo ci possano essere provvedimenti di natura amministrativa (una maxi-circolare, per esempio) assunti direttamente dal Ministro su materie che non comportano modifiche di leggi.
D’altronde l’elenco delle richieste che, proprio oggi, sono state formulate da Cgil-Flc sembra andare, almeno in parte, in questa direzione.
Il sindacato di Enrico Panini, in un documento interamente dedicato ai problemi del I ciclo di istruzione, chiede infatti che vengano “sospese” (ma non cancellate)
le norme sugli anticipi, che si torni al team docente senza gerarchizzazione interna (che peraltro era stata espressamente esclusa anche con circolari del “corso Moratti”), che siano “aboliti strumenti di documentazione educativa (come il portfolio), decisi centralmente”.
In questo documento Cgil-Flc interviene finalmente anche sul problema delle prove Invalsi e chiede espressamente la “sospensione, sin dal prossimo anno scolastico, della partecipazione obbligatoria alla somministrazione di prove standardizzate”.
E’ probabile che nelle prossime settimane qualcosa incomincerà a muoversi e forse la circolare sul I ciclo potrebbe essere annunciata anche se non diramata.
Senza dimenticare che le questioni sul tavolo del Ministro sono molteplici e quella del portfolio non è davvero la più importante; proprio oggi si è saputo che il capitolo di spesa per gli esami di Stato è completamente scoperto ed il problema di reperire le risorse per pagare commissari e presidenti è assolutamente ineludibile.
Reginaldo Palermo

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