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La scuola deve valorizzare il suo capitale umano

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Tutto questo è un buon inizio, necessario ma non sufficiente, infatti, la scuola ha il compito di garantire una corretta gestione delle risorse umane in termini di competenze e disponibilità, attraverso un’accurata previsione dell’adeguatezza dell’organico rispetto agli obiettivi da raggiungere. Il capitale umano, ovvero l’insieme di abilità, conoscenze, competenze e professionalità che distingue e caratterizza le persone, che nelle organizzazioni lavorano, rappresenta il cardine di una progettualità di successo per qualsiasi sistema produttivo o culturale, a maggior ragione per le scuole.
Valorizzare questo elemento vuol dire, per una scuola, acquisire un decisivo vantaggio competitivo, perché significa capire quale tipo di economia della conoscenza è necessario sviluppare nel mondo lavorativo. Un mondo lavorativo dove l’attività manuale è sostituita sempre più da un lavoro basato sulle competenze di tipo cognitivo.
Preso atto che la conoscenza ha un ruolo fondamentale all’interno del processo di crescita e sviluppo dell’Europa, la formazione e l’orientamento professionale hanno di conseguenza una notevole importanza strategica, perché la scuola deve essere sede delle migliori risorse intellettuali, quelle che gestiranno il nostro futuro nella competizione globalizzata (quindi maggiori risorse economiche al sistema istruzione).
Oggi si assiste ad un’inversione di tendenza all’interno del mondo della formazione, dove non si tratta più di potenziare l’insegnamento per favorire l’apprendimento, ma di incrementare l’apprendimento attraverso nuove forme di insegnamento. In altre parole si deve rinnovare la proposta formativa della scuola,  puntando sull’attività laboratoriale, sulla flessibilità e sulla trasversalità delle competenze, per cercare di intercettare, didatticamente parlando, le abilità più richieste dal mercato del lavoro.