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Landini sferza il Governo Meloni: va contro la scuola pubblica, rivuole le gabbie salariali e fa finta di ascoltarci

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Contro la regionalizzazione dei servizi pubblici, spinta dalla Lega e raccolta da Forza Italia, torna a mettere le mani avanti Maurizio Landini, leader della Cgil: questo governo, ha detto il sindacalista a La Repubblica, “spacca il Paese, pensa di poter cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza e sta di fatto delegittimando i corpi intermedi convocando tavoli di confronto finti”.

Secondo Landini, l’autonomia differenziata “è una scelta sciagurata perché divide il nostro Paese e non supera né il divario territoriale né le disuguaglianze. E quindi è pericolosa”.

Secondo il numero uno della Cgil, dietro le parole di Valditara, per Landini ci sarebbe “un progetto più ampio che punta a mettere in discussione la scuola pubblica, i diritti e l’unità del Paese”. Dal governo “ci convocano a vari livelli e su diversi temi – osserva -. Ma sono incontri finti, tavoli megagalattici dove tutti parlano e nessuno risponde”.

Fra i temi affrontati, le proposte del ministro dell’istruzione Valditara sulla maggiorazione degli stipendi in certe realtà territoriali dove il costo della vita è più alto: secondo Landini, “sono parole pericolose, non solo perché così si torna alle gabbie salariali. E perché siamo in piena emergenza salariale per tutti i lavoratori italiani. Ma perché il governo non ha stanziato nemmeno un euro per rinnovare i contratti pubblici nel triennio 2022-2024″, Istruzione e Università comprese.

Inoltre, secondo il leader sindacale, l’esecutivo non sta agendo “per una vera riforma che colpisca l’evasione fiscale e la rendita finanziaria e consenta di ridurre il carico delle tasse su buste paga e pensioni. Anzi discute di autonomia differenziata e presidenzialismo”.

Per il segretario della Cgil, “la prima legge di bilancio è sbagliata perché reintroduce i voucher e amplia flat tax e condoni. Ora proveranno a liberalizzare i contratti a tempo”.

Per Landini, “è il momento di una nuova politica industriale. E invece si prefigura un folle aumento delle spese militari. Bisogna fermare la guerra e lavorare per costruire la pace e la giustizia sociale”.