Home Ordinamento scolastico L’atto di indirizzo del dirigente scolastico e le nuove priorità

L’atto di indirizzo del dirigente scolastico e le nuove priorità

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Il nuovo anno scolastico si apre ancora una volta accompagnato, purtroppo, dalle incertezze causate dalla pandemia da Covid19, che sembra non volerci lasciare. Tutti ci auguriamo di iniziare, e finire, l’anno scolastico 2021-2022 in presenza e in sicurezza, ma abbiamo imparato ormai che nulla può essere dato per scontato. Allora bisogna organizzarsi bene per non inseguire l’emergenza.

Il travagliato iter triennale del Piano dell’offerta Formativa

I dirigenti scolastici in questi giorni, in conseguenza, appunto, dell’emergenza sanitaria da Covid19, sono alle prese ancora una volta con la revisione /integrazione dell’atto di indirizzo per la revisione/integrazione del PTOF 2019 – 2022, giunto al suo terzo anno, che conclude un travagliato triennio.

Il PTOF, che è elaborato dal Collegio dei Docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico ( legge 107/2015, comma 14) e approvato dal Consiglio d’Istituto, esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia.

Quando i dirigenti hanno elaborato l’Atto di Indirizzo 2019-2022 e hanno individuato, attraverso il Rapporto di Autovalutazione (RAV) gli aspetti positivi da valorizzare e gli aspetti di criticità emersi precedentemente, che sono diventati, quindi, priorità e traguardi, mai avrebbero potuto prevedere quello che di lì a poco sarebbe piombato inaspettatamente in tutto il mondo.

Pertanto il primo anno scolastico del triennio, che ha visto il lockdown e l’interruzione della didattica in presenza in tutte le scuole del territorio nazionale a partire dal mese di marzo, è stato un anno di veloce riorganizzazione della didattica con la modalità a distanza, con tutte le difficoltà causate dall’inesperienza e da problemi oggettivi più o meno pesanti a seconda delle diverse realtà territoriali e specifiche di istituto.

Il cambiamento repentino non ha favorito, certamente, il raggiungimento dei traguardi individuati nel PTOF per quell’anno scolastico, per cui nell’anno successivo 2020-2021 si è reso necessario da parte dei dirigenti procedere a una revisione/integrazione dell’atto di indirizzo per modifiche e integrazioni al PTOF in riferimento ad alcune aree di intervento, quali quelle riguardanti le misure contenitive di prevenzione e protezione, da attuarsi fino al termine dell’emergenza sanitaria, la riorganizzazione flessibile del tempo scuola e della didattica, la riorganizzazione del lavoro del personale ATA, la rimodulazione dei traguardi attesi al termine del secondo anno del triennio.

L’inizio dell’anno scolastico 2021-2022 vede ancora una volta i dirigenti scolastici impegnati ad apportare modifiche e integrazioni all’atto di indirizzo per l’ultima rimodulazione del PTOF che chiude il triennio.

Le aree di intervento da focalizzare

Alla luce dei bisogni emersi nei due precedenti anni scolastici e nell’incertezza che il futuro presenta, ecco alcune aree di intervento sulle quali porre particolare attenzione:

  • rendere ancora più efficaci ed efficienti le modalità di comunicazione all’interno e all’esterno della scuola da parte di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti mediante l’utilizzo ottimale della piattaforma della scuola, del registro elettronico, del sito con sezioni dedicate
  • valorizzare la didattica a distanza, in modalità sincrona e asincrona, anche in condizioni di normalità, per attività di recupero, potenziamento, svolgimento di itinerari didattici volti alla valorizzazione delle eccellenze, alla partecipazione a gare e a certamina, per garantire a ciascuno lo sviluppo delle potenzialità individuali
  • personalizzare e individualizzare i percorsi didattici in presenza e/o a distanza per garantire a tutti e a ciascuno la valorizzazione delle potenzialità individuali
  • prediligere una progettazione per competenze fondata su nodi concettuali, piuttosto che una didattica di tipo trasmissivo-sequenziale, in modo da potere affrontare agevolmente eventuali cambiamenti repentini
  • garantire modalità valutative eque e di tipo formativo che possano conservare lo loro valenza sia nella didattica in presenza sia nella didattica a distanza
  • svolgere l’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica, oltre che sulla Costituzione e sullo sviluppo sostenibile, focalizzando l’attenzione anche sulla cittadinanza digitale
  • formare il personale docente per implementare le competenze tecnologiche acquisite nel periodo di sospensione delle attività didattiche in presenza, e del personale ATA per una nuova organizzazione del lavoro flessibile, in presenza ed eventualmente da remoto.

La flessibilità: uno strumento di qualità indispensabile

La rigidità del tempo scuola, nonostante l’autonomia scolastica sia entrata in vigore dal lontano 1999 con il DPR 275, è da sempre uno dei fattori “ingessanti” della scuola italiana. Il Piano scuola ministeriale dell’anno scorso e di quest’anno affronta questo problema e sollecita le scuole a valorizzare finalmente, sulla base degli spazi a disposizione e delle esigenze delle famiglie e del territorio, tutte le opportunità di flessibilità nella gestione organizzativa, che diventerebbero un valore aggiunto nella qualità dell’offerta formativa.

Un cambiamento di rotta coraggioso, forse però poco gradito da chi non è ancora pronto a cercare soluzioni alternative ai problemi annosi della scuola.