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Laurea? Anche no grazie, i ragazzi per il loro futuro lavorativo rivalutano il diploma

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Dagli ultimi dati a disposizione sull’orientamento scolastico dei ragazzi emerge un nuovo trend: la maggior parte dei prossimi alunni della scuola secondaria di secondo grado sembra rivalutare la possibilità di terminare il percorso di studi con il diploma di maturità, meglio ancora se in combinata con ulteriori percorsi formativi aggiuntivi.

Laurea, anche no grazie! Sembra essere questo lo slogan delle nuove generazioni.

I dati sull’orientamento scolastico

Dai dati che emergono dall’Osservatorio sull’Orientamento Scolastico, di Unioncamere, 8 studenti su dieci ritengono che l’Università non sia l’unica via in grado di garantire un futuro roseo. I giovanissimi della generazione chiamata Alpha sembrano differenziarsi dai loro predecessori (generazione Zeta) in cui vedono prospettive di lavoro non solo più legate all’università ma anche con dei corsi di specializzazioni post diploma.

I ragazzi sono consapevoli (fonte TGcom) che il diploma, per essere speso bene in ambito lavorativo, deve essere accompagnato da corsi e certificazioni post diploma, percorsi di specializzazione professionalizzante come quelli offerti dagli ITS , tirocini aziendali o percorsi vari .

Diploma sì quindi, ma non occorre fermarsi.

Ma parliamo di prospettive reali suffragati dai dati o sono solo mere percezioni dei ragazzi?

Dai dati in possesso dalla stessa Unioncamere (Sistema informativo Excelsior), “il 29% dei contratti di lavoro programmati dalle imprese dei settori industriali e dei servizi nel 2023 ha riguardato diplomati e nei prossimi 5 anni la previsione è che tale quota supererà il 31%. I dati sembrano confermare queste percezioni, anzi nei prossimi 5 anni potrebbero essere oltre 200 mila le figure specializzate in possesso di un diploma tecnico o professionali necessarie al mondo del lavoro e non trovabili.

La ricerca “domanda di lavoro delle imprese” realizzato sempre da Unioncamere in collaborazione con Anpal (fonte Money) fornisce un importante spaccato dell’attuale situazione del mercato del lavoro: per il 2023 sono attese, infatti, circa 127 mila assunzioni di diplomati, alle quali se ne aggiungono altre 77 mila se si tiene conto anche di coloro in possesso di una qualifica di formazione o di un diploma professionale. 60.770.

I dati sembrano smentire l’idea che “per i diplomati non c’è lavoro”, anzi si stima che oltre il 40% è di difficile reperimento per mancanza di candidati e per una non sufficiente preparazione tecnica e specialistica richiesta che chiama in causa la scuola e i programmi didattici.

La percezione dei ragazzi sembra quindi essere suffragata anche dai dati. Si trova lavoro anche con il diploma purché si è ben preparati e si completi il percorso con ulteriori studi specialistici a completamento di quanto studiato a scuola.

L’importanza dell’orientamento scolastico

Con questi dati appare sempre più evidente l’importanza dell’orientamento scolastico.

Anche perché se vengono analizzati i dati dello scorso relativi alle scelte del percorso di studi da parte dei ragazzi della terza media, 6 ragazzi su 10 privilegia ancora il liceo, segno evidente che questo trend non è ancora cambiato. 

La scelta di massa verso il liceo con particolare riguardo allo scientifico è legato a diversi motivi uno su tutti frutto di retaggi culturali e non sempre ad una scelta ponderata legata alle vere attitudini del ragazzo/a. La liceizzazione di massa sembra tra le altre cose non essere la scelta migliore per tutti visto quanti ragazzi si spostano durante i 5 anni su percorsi tecnici più pratici e altri ancora abbandonano prima senza arrivare al diploma. E altri ancora non terminano il percorso di studi universitario rimanendo di fatto senza alcuna specializzazione e senza un titolo di laurea, riscontrando “grandi difficoltà a trovare un’occupazione a elevata retribuzione”.

Grande attenzione dicevamo, va posta sul percorso di orientamento, tema all’attenzione del Ministro del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito): grazie ai fondi del PNRR, il nuovo regolamento prevede che si svolgano almeno 30 ore specifiche a partire già dalla prima media. Ore che ovviamente avranno un senso pratico se riempiti di veri contenuti utili a ragazzi e genitori per aiutarli al meglio in questa importante scelta.

Scelta importante per il loro futuro e per il futuro del nostro Paese visto il mismatch tra domanda e offerta di lavoro già presente oggi e che senza interventi specifici sarà ancora più acuito nei prossimi anni.

Non più scelte al buio o liceo perché lo studente hai voti alti, ma scelte indirizzate sulle vere capacità ed attitudini del ragazzo con uno sguardo ai lavori del futuro.

Secondo i dati forniti da Unioncamere “4 studenti su 5 dichiarano di aver svolto delle attività di orientamento, ma il 44% di loro che riferisce di averle iniziate solo all’avvio dell’ultimo anno delle scuole medie”. Il 46% dei ragazzi riscontra un gradimento parziale del percorso di orientamento e il 16% dichiara che le attività svolte non hanno aiutato nella scelta effettuata.

Numeri che confermano la necessità di rivedere e migliorare il percorso di orientamento.