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Laureati in tre anni

Tra crediti e debiti formativi il nuovo percorso di studio degli Atenei italiani sarà strutturato nel seguente modo: laurea triennale e laurea specialistica (5 anni). I due livelli saranno in sequenza anche se non automatica.
I tredici articoli del regolamento, dopo dieci anni dalla legge 168, raggiungono, con grande soddisfazione del ministro dell’Università Zecchino, il tanto desiderato traguardo. I crediti sono "l’unità di misura del lavoro di apprendimento richiesto agli studenti" e "comprendono sia il lavoro in aula che lo studio individuale". Ogni credito equivale a 25 ore. Il lavoro sarà articolato in modo che lo studente misuri la propria disciplina applicandola alla didattica e sarà valutato in rapporto al curriculum complessivo.
Con la riforma sull’autonomia didattica, il Ministro intende risolvere il problema della dispersione e ridimensionare, anche, il divario esistente tra la durata legale e quella reale dei percorsi di studio. Certamente, per migliorare la qualità della didattica gli studenti dovranno essere orientati in virtù delle loro vocazioni e della loro preparazione di base. Nel caso la verifica fosse negativa, il debito formativo dovrà essere colmato entro il primo anno di studio.
Per conseguire la laurea triennale, spendibile subito nel mondo del lavoro, lo studente dovrà aver acquisito 180 crediti, "comprensivi di quelli relativi alla conoscenza obbligatoria di una lingua dell’Unione europea oltre l’italiano". Per conseguire la laurea specialistica, lo studente dovrà aver acquisito 300 crediti, "ivi compresi quelli già acquisiti dallo studente e riconosciuti validi per il relativo corso di laurea specialistica". Ora toccherà agli Atenei offrire qualità e professionalità in relazione alle richieste di mercato e alle esigenze del proprio territorio. Il regolamento passerà all’esame della Corte dei Conti per la registrazione e successivamente sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Secondo il Ministro Zecchino "se non dovessero esserci intoppi, le Università potranno attuare la riforma a partire dall’anno accademico 2000/2001".

Alfio Patti

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