Emanato il testo in via definitiva arriverà un bando nazionale che fisserà i requisiti e termini per la presentazione dei progetti da parte delle scuole. Ogni istituto dovrà scegliere due obiettivi tra i tre fissati dal testo: lotta agli abbandoni, rafforzamento delle competenze (specie in lettura e matematica) e integrazione degli alunni stranieri. La valutazione delle domande spetterà agli uffici scolastici regionali.
Sulla dispersione scolastica, ricordiamo, il Pd incentrò la sua campagna elettorale, mentre per l’Italia, rispetto all’Europa, sta diventando una vera e propria emergenza. I numeri li ricorda il Sole: gli early school leavers (cioè i giovani dai 18 ai 24 anni d’età che hanno la sola licenza media e hanno abbandonano gli studi o qualsiasi altro tipo di formazione) lungo la penisola erano al 17,6% nel 2012. Un risultato che ci pone al quartultimo posto nell’Ue a 27 e che rende ancora parecchio distante l’obiettivo di scendere al di sotto del 10% previsto da Europa 2020.
Con “L’Istruzione riparte” di novembre il ministro Maria Chiara Carrozza ha dedicato 15 milioni nel biennio per raggiungere l’obiettivo del 2012.
In base alla tabella allegata al dm attuativo, che tiene conto sia della popolazione che del tasso regionale di dispersione, la fetta più ampia di risorse se le aggiudicherà la Lombardia (2,2 milioni), davanti alla Campania (1,8 milioni) e al Lazio (1,5 milioni). Fanalino di coda il Molise con 22mila euro, che tra l’altro è l’unico territorio già al di sotto del 10 per cento.
Sarà un bando nazionale a fissare i termini e le modalità di avvio del programma nazionale anti-dispersione previsto dal dl Carrozza.
La valutazione delle proposte, scrive sempre Il Sole, spetterà ad apposite commissioni nominate dai direttori degli uffici scolastici regionali. A disposizione ci saranno al massimo 100 punti. Così ripartiti: 35 per i requisiti di efficacia ed efficienza (cioè risultati attesi e impatto rispetto agli obiettivi); 35 per la capacità di innovazione; 20 per la presenza di partner esterni alla rete scolastica (università, enti locali, associazioni); 10 per la trasferibilità ovvero l’aver già sperimentato con successo la stessa iniziativa in altre scuole.
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