Home I lettori ci scrivono Le sedute attrezzate di tipo innovativo

Le sedute attrezzate di tipo innovativo

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La querelle sui banchi con “sedute attrezzate di tipo innovativo” ovvero i banchi con le rotelle (almeno 5 come precisa il Lotto B dell’allegato al bando di gara a livello europeo) impazza sul web anche a causa di continue dichiarazioni puntualmente poi smentite dai fatti.

Intanto vorrei far notare che, svolgendo una piccola ricerca sui siti delle aziende che producono i banchi della discordia vi è scritto PPL ossia POLIPROPILENE, una materia plastica di sintesi ottenuta da frazioni del petrolio in perfetta armonia dunque con l’Educazione Ambientale, che da settembre si studierà obbligatoriamente nelle scuole di ogni ordine e grado.

Ciò che mi lascia perplessa, però è la difesa ad oltranza di questo modus operandi che ormai non ha più niente di istituzionale ed è diventato solo istrionico, alla Pirgopolinice.

Il problema non sono i banchi, non sono le rotelle, ma tutto ciò che sottilmente si vuole imporre. “Le avanguardie educative usano questi banchi innovativi […] sono un nuovo modo di fare didattica […]” ha affermato la ministra in TV (ormai è una presenza fissa ). Eppure, considerato che è una “sissina” come me e tantissimi altri docenti della sua età ( quindi dovremmo avere la stessa formazione), dovrebbe sapere che da decenni la lezione frontale, sempre fondamentale ed insostituibile, viene affiancata da metodi e strategie didattiche, che mirano a suscitare il coinvolgimento attivo degli studenti e a favorire il processo di apprendimento/insegnamento (Didattica metacognitiva, Flipped Classroom, Cooperative Learning, Didattica per competenze, Peer Education, Problem Solving, Didattica Laboratoriale, Spaced Learning ecc.).
Mi auguro che abbia preso coscienza del fallimento della DaD sotto ogni punto di vista: inclusione, apprendimento, trasparenza, autenticità, privacy. La scuola non è dietro un PC, che t’insegna a scrive “avvolte” come locuzione avverbiale temporale in luogo del corretto “a volte”.
Ministra, la tastiera elettronica non sarà mai un pianoforte.

Filomena Pinca