I lettori ci scrivono

Lettera da parte di un docente di sostegno precario: diteci la verità!

Gentili Sindacati e Forze politiche “impegnate” nella soluzione del precariato scolastico, è inutile dirlo: qui c’è qualcosa che non va!

Nonostante la continua sollecitazione ad ascoltare la voce dei PRECARI SUL SOSTEGNO, voce che arriva proprio dalle cattedre che stiamo coprendo in questo momento, sembra proprio che non ci sentiate! Abbiate almeno il coraggio di spiegare il PERCHE’ di tanta indifferenza verso una delle piaghe peggiori del precariato: l’ambito del Sostegno.
L’abbiamo chiesto in tutti i modi, con numerosi articoli di giornale, con una petizione che ha riportato oltre 2000 firme, attraverso le decine di pagine social che sono nate proprie in quest’ultimo anno formate da quei docenti che condividono lo stessa dramma: il precariato! Non dimentichiamo la piazza proprio un anno fa, di fronte al MIUR e in numerose piazze italiane, molti di noi già chiedevano “stabilizzazione”, eravamo in pieno clima di proposte a favore del Pas e ai percorsi transitori per i precari, dopo che l’Italia aveva ricevuto importanti multe per abuso di precariato da parte dell’Europa ed erano partiti moltissimi ricorsi.

Nel bel mezzo di questo clima partiva il primo ciclo di TFA sostegno (dopo anni di silenzio) che di stabilizzazione a favore dei precari aveva ben poco. Pochi posti in tutt’Italia, migliaia di partecipanti, un incasso da record, molti docenti precari con servizio rimanevano fuori dalla selezione, mentre stavano ricoprendo il ruolo di docenti di sostegno nelle scuole. Partono in seguito denunce e contenziosi e iniziano anche le “lotte tra poveri”, in particolare contro gli stessi precari che da anni rivendicavano rispetto e stabilizzazione per il servizio svolto, chiedendo appunto la specializzazione come requisito obbligatorio. Il precario che chiede stabilizzazione inizia ad essere visto come una sorta di intrufolato nel sistema, il cosiddetto “tappabuchi” senza valore. Ci si dimentica che questi docenti sono in possesso di laurea, master e corsi di aggiornamento conseguiti negli anni a proprie spese, oltre al servizio sul campo che ha permesso fino ad oggi il funzionamento delle scuole pubbliche e la formazione degli stessi in aula.

A questo punto la domanda rimane la stessa: c’è qualcuno che vuole dirci a che gioco state giocando? A poche ore dalla conferma del possibile decreto “ demolisci il precario” rinnoviamo il nostro dissenso a procedere in questa direzione , in particolare la categoria dei docenti di sostegno precari con minimo 36 mesi di servizio esclusivo su sostegno e non in possesso del titolo di specializzazione, chiede al Governo soluzioni urgenti.
Abbiamo chiesto un PAS SOSTEGNO non è stato neanche menzionato, il concorso straordinario su sostegno ci vede non compatibili perché non specializzati, cosa più importante speravamo venisse resa OBBLIGATORIA la possibilità di poter conseguire il TFA, ma non è stata considerata, anzi non conosciamo ancora quando verranno attivati i prossimi cicli e se ci sarà addirittura la possibilità di partecipare, perché in Italia, lo sappiamo bene, funziona tutto in maniera paradossale!

Per concludere, per noi del “salva precari” non c’è proprio nulla, e capite bene a cosa ci riferiamo! A settembre 2020, questi docenti saranno di nuovo in cattedra da precari ad occuparsi dei ragazzi speciali, sempre in terza fascia, sempre aspettando risposte che non arrivano!

Sembra proprio che una soluzione reale e concreta non si voglia prendere, perché se attualmente il sostegno è l’ambito che “purtroppo” crea più precariato nelle scuole, come mai è quello che al momento sembra essere stato tralasciato? Come mai i docenti che ogni anno lavorano nelle scuole non li si mette in condizioni di stabilizzarsi in maniera concreta? Facciamoci delle domande e cerchiamo di raccontare quali sono i reali motivi di questo teatrino, che sembra solo strumentalizzare la categoria dei docenti e sta togliendo dignità agli stessi e ai loro alunni che anche un altro anno aspetteranno il loro insegnante di Sostegno precario! Intanto inviamo cordiali saluti dalle cattedre che stiamo ricoprendo da precari.

Anita Pelaggi 

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