I lettori ci scrivono

Lettera di una collaboratrice precaria alla ministra Azzolina

Mi chiamo Chiara Calabrese, ho 36 anni, risiedo a Piombino in provincia di Livorno e sono una collaboratrice scolastica inserita in terza fascia. Dal 2017 ricopro supplenze che all’inizio erano brevi e saltuarie, e dal 2018 sono arrivati finalmente gli incarichi annuali, arrivando a fare la pendolare all’isola D’Elba, pur di fare punteggio e di avere uno stipendio, visto che ho anche 2 figlie da mantenere rispettivamente di 11 e 7 anni, senza considerare che sono divorziata e con un mutuo da pagare.

Come si apprende da diverse fonti mediatiche, stesso Lei ha ribadito di essere stata a suo tempo una precaria e di capire quindi la situazione che stiamo vivendo noi precari in questo momento, ma dalle sue idee, non mi sembra che le sia chiara la situazione del precariato Italiano, visto che grazie a questo precariato, le persone come me  ci vivono.

Come ho appreso da diverse fonti, si parla di un futuro “non ritorno” a scuola e la DAD come metodo di insegnamento principale, oppure se eventualmente si dovesse ritornare a scuola, noi collaboratori scolastici precari, potremmo scordarci di lavorare il prossimo anno scolastico visto che il bando ATA 24 mesi è bloccato e non c’è volontà di istituire bandi di presentazione domanda on line perché non c’è tempo. Ma la DAD è partita nell’immediato anche se in Italia non era mai stata sperimentata, e allora perché non si fanno partire i bandi on line per aggiornare le graduatorie? Tutto questo può portare a conseguenze disastrose sull’economia famigliare delle persone precarie; io personalmente, sarei in piena difficoltà. Anni di sacrifici fatti per raggiungere un obiettivo che da un giorno all’altro vedrò sfumare! Ma i danni che verranno a crearsi su figli e genitori? Non li consideriamo? Alle mie figlie manca tanto l’approccio diretto con amici e insegnati, la scuola è alla base della società e della crescita dei nostri ragazzi e non può essere fatta a distanza, è il luogo fisico e psicologico dove i bambini sperimentano il loro essere parte della società ed apprendono le norme che la regolano attraverso l’interazione con i coetanei ed il gioco.

La frequentazione della scuola è Fondamentale fin dalla prima infanzia. L’ingresso a scuola è una tappa cruciale di questo processo in quanto il bambino, passa da una iterazione quasi esclusiva con il “gruppo primario familiare”, ad un rapporto nuovo con una realtà più ampia che, tramite lo sviluppo dei rapporti interpersonali, porterà ad una maturazione del comportamento all’interno del contesto socioculturale. In altre parole, in questa fase il bambino intraprende la costruzione del suo essere sociale acquisendo nuove abilità, conoscenze, sentimenti e comportamenti che lo renderanno in grado di partecipare alla vita sociale. Questo vale per tutti gli ordini e gradi della scuola, fino a formare gli adulti di domani.

Le pongo un’altra domanda: ma i genitori che dovranno riprendere il loro lavoro e non hanno la possibilità di avere un supporto da parte di nonni o parenti a chi lasceranno i propri figli? Di certo il governo non può costringere noi italiani a far ricorso a babysitter o avvalersi di ferie anticipate, di congedi parentali, perché ripeto il nostro diritto è quello di lavorare per avere una vita dignitosa, essere dei buoni genitori e non sostituirsi alla presenza in aula di docenti.

Ma i diritti sanciti dalla nostra Costituzione Italiana, dove sono? L’art. 1 e 4 dicono che l’Italia è fondata sul lavoro! A me personalmente dal prossimo anno scolastico mi vedrò negato questo diritto in quanto “Precaria” perchè appunto non vengono promosse le condizioni che rendono effettivo questo diritto.

La nostra Costituzione parla di DIRITTI FONDAMENTALI ELENCATI NELL’ARTICOLI DALL’ 1 AL 12, DIRITTI INVIOLABILI!!!

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