Home Didattica L’I.A. che potrebbe cambiare la scuola: ecco la maestra Genia

L’I.A. che potrebbe cambiare la scuola: ecco la maestra Genia

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Si chiama maestra Genia e sarebbe nata da un comando che gli sviluppatori hanno impresso all’intelligenza artificiale affinché creasse una insegnante “dalle fattezze simpatiche”. E a quanto sembra il risultato è stato positivo, come racconta Eugenio Azzinari, fondatore insieme a Marian Adel, della start up Cogit AI di Reggio Emilia. 

Si tratterebbe allora di imprimere un nuovo impulso alla docenza attraverso l’uso della I.A. che, nei progetti degli ideatori, si dovrebbe svolgere in due mosse: come un tutor virtuale e sulle piattaforme social.

Su questo versante l’idea sarebbe quella di farla interagire, per esempio, con personaggi storici:  “Prendiamo un argomento, per esempio la bomba atomica, e ipotizziamo che siano gli attori storici che hanno contribuito a crearla a raccontare in prima persona la loro esperienza. Grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale generativa, è possibile creare un tipo di contenuto che avvicina gli studenti allo studio in maniera diversa, sotto un aspetto meno tradizionale”. 

Ma questo approccio varrebbe anche con personaggi come Dante, Manzoni, Giulio Cesare e così via, aiutando così anche i prof. Infatti le e conoscenze di Maestra Genia sono costruite sulla base di contenuti presenti online, che vengono analizzati e rielaborati. 

Tuttavia, viene pure specificato: “A chi studia con la nostra tutor digitale consigliamo sempre di verificare e ricontrollare le informazioni che fornisce. Bisogna sottolineare che c’è sempre un margine di errore”.

E ancora, sottolineano i creatori, gli ambiti di competenza dell’insegnante vanno dal latino all’architettura, dalla storia dell’arte alla matematica, le materie che può insegnare per adesso sono più di 30, ma si va pure dalla possibilità di creare prove per testare le proprie conoscenze su un argomento, alla capacità di Maestra Genia di elaborare sintesi o analizzare quadri e fotografie.  

In partica, “se è un c’è un libro o degli appunti, possono essere caricati sulla piattaforma. In base alle richieste che l’utente fa, studente o docente che sia, l’IA restituisce un’analisi, una sintesi oppure un approfondimento. È come avere tutti gli effetti un assistente virtuale che semplifica e velocizza il lavoro”. 

Non mancano i dubbi: il tutor virtuale non semplifica troppo il lavoro per gli studenti? Un’intelligenza artificiale può davvero fare da insegnante senza il lato empatico, fondamentale nell’apprendimento? 

Sicuramente, ammettono gli ideatori, “il rischio che studenti e studentesse ne facciano un uso scorretto c’è, per questo c’è bisogno di una educazione all’utilizzo dello strumento”. 

E viene pure aggiunto che l’avvento dell’IA nel mondo della scuola equivarrebbe all’introduzione della calcolatrice: “L’Intelligenza Artificiale non può e non deve fare il lavoro al posto nostro, è solo uno strumento come altri che può supportarci nelle nostre attività”.