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Lingua e pane d’Italia

La lingua ed il pane messi l’uno accanto all’altro diventano simboli unitari di un valore nazionale, perché entrambi sono mezzi insostituibili di vita, il pane come elemento fondamentale per il sostentamento, ed la lingua come mezzo di comunicazione del proprio pensiero e mezzo di relazione con gli altri.
E’ questo un dono offerto ai giovani delle scuole italiane dal Presidente della Repubblica, il quale ha messo a disposizione la Tenuta presidenziale di Castel Porziano per ospitare la mostra interattiva “Lingua e pane d’Italia”, promossa dall’Accademia della Crusca e dall’Associazione Panificatori, allestita nell’ambito del “progetto giovani” e in occasione delle “settimane scientifiche” dal 20 al 31 marzo.
La mostra, aperta da lunedì a venerdì, è suddivisa in aree tematiche e si articola attraverso percorsi interattivi che illustrano la molteplicità dei significati artistici e letterari, simbolici e iconografici della tradizione culturale e delle professioni collegate al pane.
L’unità e la diversità, valori complementari e inscindibili, costituiscono i temi di fondo offerti alla riflessione dei visitatori.
Il rapido costruirsi ed evolversi della lingua che ha unificato la cultura del popolo italiano è illustrato con testi e immagini di efficace sintesi, così come le numerosissime varietà di forme e qualità del nostro pane, che rappresentano espressioni di civiltà e di cultura delle singole regioni.
L’Accademia della Crusca , che ha promosso l’iniziativa, ed ha curato il percorso linguistico, nella metafora del suo nome racchiude il significato dell’evento culturale, al quale hanno aderito insieme all’associazione dei panificatori l’Istituto dell’Atlante linguistico italiano, l’Indire, l’Unione delle Camere di Commercio e la Confederazione nazionale dell’Artigianato.
Il tema del pane costituisce anche il filo conduttore che lega questa iniziativa nazionale con quella promossa dall’associazione Fiumara d’arte per le scuole catanesi dal titolo “Il pane non si butta” e che impegna nella riflessione sul pane e sulla cultura dei valori gli studenti di cinquanta scuole.

Giuseppe Adernò

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