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Ludopatia, col Covid sempre più giovani ci sono finiti dentro: arriva il decreto Speranza per aiutarli

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Il governo interviene contro la ludopatia, la dipendenza da gioco che con il Covid ha aperto le braccia a sempre più giovani e studenti: l’annuncio è del ministro della Salute, Roberto Speranza, che su facebook ha detto di avere firmato il 17 luglio “un decreto per l’adozione di un regolamento nazionale per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle persone affette dal gioco d’azzardo patologico”.

“Necessario intervenire”

“La ludopatia – ha ricordato il ministro – è una dipendenza pericolosa che colpisce anche i più giovani. Il primo passo è riconoscerla ma poi è necessario intervenire”.

Il ministero adotterà, si legge in una nota del dicastero della Salute, delle “linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico”.

In pratica, “le Regioni provvederanno a dare attuazione a tali linee d’azione attraverso misure che favoriscano l’integrazione tra i servizi pubblici e le strutture private accreditate, gli enti del Terzo settore e le associazioni di auto-aiuto della rete territoriale locale”.

Quale disturbo porta

Il disturbo da gioco d’azzardo è una patologia che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti. Può assumere la connotazione di un vero e proprio disturbo psichiatrico ed è a tutti gli effetti una dipendenza patologica.

Secondo il precedente DSM-IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), la prevalenza tra la popolazione adulta varia dall’1 al 3% della popolazione, con una maggiore diffusione tra familiari e parenti di giocatori.

L’Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia l’azzardo è un’attività che coinvolge una popolazione di circa 5,2 milioni ‘abitudinari’ di cui circa 1,2 milioni sono considerati problematici, ovvero con dipendenza.

La “stretta” degli ultimi anni

Da alcuni anni gli enti locali hanno disposto norme che rendono incompatibili la presenza di sale gioco con luoghi sensibili, tra cui le scuole: la distanza minima che si adotta per la concessione di una sala gioco è di almeno 300 metri da un istituto scolastico. Una indicazione che vale anche per ospedali, chiese, centri giovani e così via.

La disposizione ha permesso, negli ultimi anni, di ridurre la presenza di slot machine sul territorio nazionale di circa il 50 per cento, anche grazie alla negazione dei permessi per l’attivazione di slot machine “nascoste” all’interno di bar e tabaccherie.

Con le norme introdotte da alcuni anni, la tutela dei giovani ha previsto anche il divieto di ingresso dei minorenni nelle sale gioco e la divulgazione di informazioni sui rischi del gioco d’azzardo.

La sentenza della Corte Costituzionale n. 108 dell’11 maggio 2017 ha inoltre stabilito la legittimità di leggi regionali e locali che impongano ulteriori norme restrittive.

Ma con internet…

Va anche detto, tuttavia, che con l’imperversare delle giocate on line, via internet, in modalità privata, anche da casa oppure tramite un qualsiasi device o smartphone, i giovani hanno a portata di mano la possibilità di accedere a certi tipi di giochi, sconfinando, spesso senza rendersene conto, nella serialità e nell’azzardo.