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Madre dà testata alla bulla della figlia: nuova aggressione della 16enne, momenti di tensione prima dell’ingresso a scuola

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Assume contorni ancora più torbidi la vicenda relativa alla madre di una studentessa della scuola Majorana di Bari, resa tristemente nota ai più per i casi di bullismo e violenza avvenuti in questi mesi, che ha dato una testata alla bulla che rendeva la vita difficile alla propria figlia, provocandole la rottura del setto nasale.

Il caso, di cui ci siamo occupati qualche settimana fa, ha generato molte polemiche, alcune di esse indirizzate alla dirigente scolastica Paola Petruzzelli, che anche nel caso di Vincenzo Amorese, il docente picchiato dal padre di una studentessa alla quale aveva messo una nota, è sembrato che minimizzasse e assumesse un atteggiamento omertoso.

I protagonisti di una storia contorta

Cosa è successo? Il caso è alquanto complesso. Ieri, martedì 14 febbraio, come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, prima dell’ingresso in classe, la bulla in questione, 16enne, avrebbe tentato di aggredire quella che da oltre due anni è una sua vittima ed ex amica. A motivare l’aggressione la condanna a due anni e sei mesi di reclusione per stalking, del giorno prima, dell’ex patrigno della bulla, che avrebbe compiuto atti persecutori nei confronti della madre della ragazzina bullizzata.

Pare che gli atti di stalking nascano proprio dalla rottura del rapporto di amicizia tra le due minorenni, diventato ormai un rapporto tra vittima e carnefice. Il patrigno della bulla avrebbe cominciato a perseguitare la madre dell’altra ragazza a novembre 2021, chiedendole 20mila euro per sistemare la questione “altrimenti puoi cominciare a chiamare le pompe funebri”.

Nella scuola ci sono stati momenti di vera tensione e la calma sarebbe stata riportata da un collaboratore scolastico. La madre della vittima ha quindi richiesto e ottenuto un incontro con la preside che ha invitato la donna a presentare una relazione sui diversi episodi di bullismo. La maggior parte di questi sarebbe avvenuta fuori dalla scuola e attraverso messaggi su WhatsApp, circostanze di cui la Procura dei minori è al corrente e che sono contenuti in un fascicolo di indagine a carico della bulla 16enne.

“Appena torni a scuola ti rompo le costole”

Nel corso dei mesi, la ragazza avrebbe pesantemente minacciato la sua vittima con frasi come “sarai carne da macello”, “appena torni a scuola ti rompo le costole” e altri insulti che avrebbero procurato nell’altra ragazza uno stato di forte paura, motivo per cui avrebbe saltato la scuola per diversi mesi.

L’istituto ha provato a tamponare la situazione dividendo le alunne in classi diverse e consentendo alla vittima di entrare più tardi e uscire prima da scuola. Ma a quanto pare ciò non è bastato.

Il caso Vincenzo Amorese

Intanto è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti dei due uomini che lo scorso 23 settembre avrebbero picchiato il professore Vincenzo Amorese. I due (padre e amico di famiglia) e la stessa 16enne – per cui procede la Procura dei minori – sono indagati per lesioni personali e interruzione di pubblico servizio. Il padre della ragazza fu arrestato pochi giorni dopo il fatto ed è rimasto per tre mesi ai domiciliari.