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Malore a scuola, docente 57enne si accascia al suolo: un collega le fa il massaggio cardiaco e la salva

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Questa mattina, 17 maggio, un episodio drammatico ha scosso una scuola della provincia di Bergamo. Poco prima dell’inizio delle lezioni una maestra di 57 anni è stata colpita da un improvviso malore, presumibilmente un infarto, accasciandosi al suolo. Lo riportano giornali locali come PrimaTreviglio ed Eco di Bergamo.

Il collega eroico

Il tempestivo intervento di un collega si è rivelato fondamentale per salvare la vita dell’insegnante. All’allarme, scattato pochi minuti dopo le 8, il collega ha prontamente iniziato a praticare il massaggio cardiaco, guidato telefonicamente dalla centrale operativa del 112. La prontezza dell’intervento ha permesso di mantenere in vita la maestra fino all’arrivo dei soccorritori.

La maestra è stata trasportata in ospedale in codice rosso

Poco dopo, un’ambulanza è giunta sul posto. Il personale medico ha rapidamente preso in carico la situazione, utilizzando il defibrillatore per rianimare la maestra. Una volta stabilizzata, è stata trasportata d’urgenza in codice rosso all’ospedale di Treviglio.

L’episodio ha evidenziato l’importanza della formazione di primo soccorso e della presenza di defibrillatori nelle scuole. Grazie alla prontezza e alla competenza del collega, la situazione di emergenza ha avuto un esito positivo.

Defibrillatori obbligatori nei luoghi pubblici

Vale la pena ricordare che nel 2021 l’Italia si è dotata di una legge, tra le più avanzate in Europa, che disciplina i principali aspetti della rianimazione: dall’obbligo della presenza di defibrillatori in ambienti pubblici e di formazione. I numeri sono indicativi, purtroppo: ogni anno in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, 60 mila casi in 365 giorni solo in Italia, in media oltre 160 al giorno.

Solo nel 58% dei casi improvvisi, chi assiste la persona colpita da arresto cardiaco interviene con le manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e le ventilazioni, e in una percentuale ancora più esigua – solo nel 28% dei casi – con il defibrillatore. Quello che in tanti vorrebbero in tutte le scuole.