Home I lettori ci scrivono Mamma finlandese: perché non protestiamo anche noi?

Mamma finlandese: perché non protestiamo anche noi?

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La mamma finlandese ha ragione. Ma ha anche torto. Il suo torto è gettare il bambino con tutta l’acqua sporca. 

La scuola italiana funziona male. Il sistema scolastico, una volta uno dei migliori in Europa, si rivela sempre più inefficace. Per capire però le tante cause di tale declino, non basta provare a vivere in Italia per un po’.

I docenti italiani, non tutti ma molti, sono preparati e motivati. Ma soprattutto sono coloro che permettono alla scuola italiana di funzionare ancora. Nonostante. 

Nonostante edifici tristi, grigi, simili a carceri e spesso al limite della fatiscenza.

Nonostante i tanti tagli all’istruzione e alla cultura. Tagli da destra e sinistra.

Nonostante le tante riforme o presunte tali che sono riuscite ad eliminare le positività e a creare solo nuove problematiche. 

Nonostante gli Invalsi…

Nonostante un’inclusione che è un demagogico “promuoviamo tutti” e non “formiamo tutti”. 

Nonostante un’autonomia che ha reso la scuola sempre più povera e, paradossalmente, sempre più schiava di procedure burocratiche che nulla hanno a che fare con l’insegnamento. 

Nonostante il passaggio dalla presidenza alla dirigenza. Che non è stato solo un cambiamento linguistico.

Nonostante l’offerta pressante e spasmodica di corsi di formazione rivolti solo ad acquisire capacità informatiche come se un docente non dovesse preoccuparsi d’altro. 

Nonostante cultura studio formazione siano ormai parole desuete e obsolete nell’Italietta figlia di Mediaset e del suo intrattenimento. 

Nonostante sia un valore invece non pagare le tasse e diventare famosi “influenzando” gli altri. 

Nonostante anche per la Sanità. Ospedali che chiudono. Strutture fatiscenti. Mancanza di medici. 

Se anche qui qualcosa funziona è perché tanti medici bravi e capaci si rimboccano le maniche. E quindi. Invece di sentirsi offesi dalle parole della mamma finlandese perché non approfittarne per protestare con lei?

Sarebbe ora.


Germana Saccardi

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