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Mascherine a scuola: bisogna occuparsi prima della qualità dell’aria

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Da ieri, 1 maggio, è venuto meno l’obbligo di mascherine in quasi tutti i luoghi chiusi ed ancora una volta, in questi due anni e mezzo di pandemia, si è persa l’occasione per spiegare ed educare i cittadini su cosa
significhi trasmissione aerea del virus e su come mitigare i rischi di contagio.

“Immaginate il virus come il fumo di una sigaretta di un fumatore”, spiega la dott.ssa Sambataro per IdeaScuola, “il fumo si diffonde in tutta la stanza e permane in aria per diverso tempo. È questa la trasmissione via aerosol. Se la stanza non è ventilata viene meno anche il concetto di distanziamento.

E senza mascherine il rischio contagio è molto elevato”. Convivere con il virus non significa accettare passivamente di esserne esposti – come avverrà in tutti i luoghi di lavoro ad esempio- ma prendere le giuste precauzioni per difendersi e ridurre i rischi. Servono interventi sulla qualità dell’aria, che nella gran parte delle aule scolastiche italiane é scarsa, come già previsto del resto dalla legislazione italiana sin dal 1975 (D.M 18/12/1975).

E’ notizia di pochi giorni fa che il Belgio ha già provveduto in tal senso. “Dire di mantenere le mascherine in fila a mensa e non ai desk, ad
esempio, non trova fondamento scientifico in quanto in assenza di ventilazione adeguata il virus si diffonde in tutto l’ambiente lavorativo indipendentemente dalla distanza interpersonale. Bisognerebbe prevedere il mantenimento o meno delle mascherine in base a dei paramenti sulla qualità dell’aria determinati in base a criteri scientifici.” – prosegue Sambataro – “Non possiamo dire ’aprite le finestre’ senza alcuna indicazione specifica, un semplice rilevatore di CO2 sarebbe di grande aiuto, é di facile lettura, ha costi relativamente bassi e può far da guida ai dipendenti- e nel caso delle scuole ai docenti – per capire quando ci sia effettivo bisogno di aerare i locali in base al superamento di una certa soglia (700-800 ppm da ultimi studi internazionali).

Il Belgio ha già introdotto l’obbligo di misuratori di CO2 in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico. Che stiamo aspettando?” Per migliorare la qualità dell’aria viene in soccorso l’ingegneria: dai rilevatori di CO2 ai sanificatori d’aria fino alla ventilazione meccanica controllata (VMC) che ha permesso una riduzione del rischio contagio oltre l’80% nelle scuole pilota marchigiane.

Ma in mancanza di VMC non resta che aprire le finestre, allora è necessario avere gli strumenti adatti per farlo quando serve effettivamente e per il tempo adeguato. “Ecco perché IdeaScuola lancerà nei prossimi giorni insieme al Movimento Noi*, l’iniziativa “Maestra apri la
finestra!” , una serie di incontri e webinar informativi volti a supportare il mondo scolastico sul tema della sicurezza sanitaria partendo dal riconoscimento della qualità dell’aria quale imprescindibile misura per la
mitigazione del rischio contagio di tutti i virus a trasmissione aerea a tutela della salute di tutti coloro che vivono la scuola, con particolare riguardo per docenti ed alunni con fragilità, per il miglioramento dell’apprendimento ed anche per un fattivo contributo alla tutela del nostro ambiente.

Non si può ipotizzare l’eliminazione dell’obbligo delle mascherine in classe, senza aver prima emanato linee guida sulla qualità dell’aria come da L 11 del 18/2 e stanziato investimenti immediati nella ventilazione delle
aule o ci ritroveremo come a Ottobre 2020 costretti a correre ai ripari a contagio già dilagato nelle classi. Il rischio è quello di esporre tutti – alunni, docenti, fragili e non – ad un virus che negli ultimi 4mesi ha visto in
Italia il decesso di 20 bambini (+57% verso dato consolidato a dicembre 21) e portato in alcuni casi a sequele non trascurabili per la salute.

“Mi rivolgo ai genitori” – conclude Sambataro – “fareste bere ai vostri figli un bicchiere d’acqua sapendo che potrebbe contenere il virus del colera? Se la risposta è no, perché fareste respirare aria contaminata da patogeni altrettanto pericolosi?”

IdeaScuola