Home Attualità Mascherine, dal 15 giugno stop obbligo al chiuso ma a scuola s’indossano...

Mascherine, dal 15 giugno stop obbligo al chiuso ma a scuola s’indossano fino al 31 agosto: Codacons e Salvini non ci stanno

CONDIVIDI

Quasi sempre le sentenze dei tribunali spazzano via le polemiche (almeno per un periodo di tempo): non sembra rispettare la regola quella del Tar del Lazio dell’8 giugno, con la quale i giudici hanno respinto un ricorso proposto dal Codacons che metteva in dubbio l’Ordinanza con la quale il ministero della Salute ha disposto l’obbligo per gli studenti d’indossare la mascherina negli ambienti scolastici sino alla fine dell’anno scolastico.

Gli oppositori all’uso della mascherina a scuola non hanno accettato il ragionamento del Tribunale regionale, quasi lapalissiano, che “l’utilizzo delle mascherine per gli studenti continui a essere obbligatorio per i medesimi fino alla fine dell’anno scolastico 2022, ossia al 31 agosto 2022 – e, pertanto, esame di terza media e maturità compresi – dal momento che il nuovo anno scolastico ricomincia formalmente il 1° settembre”.

E nemmeno sembrano avere accettato che il giudice ricordasse che per cancellare “la misura in anticipo rispetto al termine finale legislativamente imposto allo Stato, permettendo così agli studenti di sostenere gli esami senza l’obbligo di utilizzo delle mascherine, sarebbe necessario un apposito decreto-legge”.

Ma la pandemia non è finita

Ancora di più perché il Covid non può essere messo nel dimenticatoio. Israele, ad esempio, in questi giorni sta valutando la possibilità di somministrare una quinta dose di vaccino, soprattutto per le persone anziane e quelle a rischio: a detta del responsabile della lotta al virus Salman Zarka “sfortunatamente stiamo iniziando una nuova ondata di coronavirus della variante BA.5. Per questo consideriamo un quinto vaccino”.

In Israele, nelle ultime 24 ore il numero dei casi è salito a 4.585 dai 3.731 dei giorni precedenti: il maggiore dallo scorso 25 aprile. Il Fattore Rt si colloca a 1.19 e sono in salita anche i casi gravi. Già d’ora per le fasce di popolazione a rischio è stata suggerita la reintroduzione delle mascherine al chiuso.

Anche in Germania, il Consiglio degli esperti del Governo si è detto convinto che la pandemia da Covid-19 “non è certamente finita”.

La stessa sottovariante BA:5 di Omicron preoccupa anche in Italia: secondo i calcoli fatti dal Ceinge-Biotecnologie avanzate, dall’inizio di maggio a oggi in Italia è aumentata dallo 0,41% al 13%.

In generale, invece, i dati epidemiologici dell’Italia rispetto al Covid sono più rassicuranti: in 24 ore i nuovi casi sono diminuiti, passando da 28.082 a 22.361, con i decessi diventati 80 (il giorno prima erano 70).

Costa: ora si convive col virus

La riduzione progressiva ha portato a far dire al sottosegretario alla Salute Andrea Costa che “dal 15 giugno credo che andremo a rimuovere le ultime misure restrittive ancora in essere. Mi riferisco all’utilizzo della mascherina nei luoghi al chiuso. Credo ci siano le condizioni”, anche per “creare le condizioni di convivenza con il virus”.

“L’obiettivo del Governo – ha ricordato il sottosegretario – è creare le condizioni di convivenza con il virus; guai a pensare all’obiettivo del contagio zero”, ha aggiunto Costa, ricordando che già oggi “sui luoghi di lavoro il Governo non ha più introdotto l’obbligo di mascherine al chiuso, quindi noi siamo passati da un obbligo a una raccomandazione. Poi sui luoghi di lavoro le singole aziende, attraverso protocolli condivisi con le organizzazioni sindacali, hanno condiviso di continuare l’obbligo dell’utilizzo della mascherina”.

Per votare nessun obbligo

La stessa raccomandazione che si farà agli italiani quando si recheranno ai seggi nel prossimo week end.

Da alcune fonti del Governo trapela infatti che “per gli elettori al voto nella prossima tornata amministrativa e referendaria le mascherine al seggio saranno fortemente raccomandate”.

La domanda da porsi, allora, è una una: perché solo nella scuola si continua a procedere con la massima cautela?

La reazione avversa del Codacons

Lo stesso Codacons, che aveva promosso il ricorso contro la mascherina a scuola, non si dà per vinto, definendo “gravissima ed errata” la sentenza emessa dal Tar.

“Si tratta di una decisione – fa sapere l’associazione – che dimostra come il Tar non abbia compreso che la legge ha integrato l’ordinanza impugnata, per cui il ricorso doveva essere proposto proprio contro quella ordinanza ministeriale”.

Ora, “gli studenti dovranno affrontare gli esami di maturità e di terza media indossando la mascherina, con tutti i disagi e i fastidi del caso, considerato il caldo di questi giorni e le temperature”.

Il Codacons, infine, starebbe “valutando un possibile appello al Consiglio di Stato“, a seguito anche della condanna alle spese di giudizio emessa in sentenza dal Tar: è una decisione che “ci lascia basiti”, hanno detto dall’associazione.

La rabbia di Salvini

Anche Matteo Salvini sembra intenzionato ad andare avanti con la sua posizione: da Marina di Carrara, il leader leghista ha tenuto a dire che “se qualcuno come mio figlio avrà la maturità sappia che stiamo battagliando con il ministro Speranza per togliere la mascherina.

E ancora: “Abbiamo assistito ai concerti di Vasco Rossi e alla vittoria dello scudetto del Milan con migliaia di persone assembrate senza mascherina e poi”, invece, abbiamo tanti “alunni e docenti costretti a stare sei ore di fila in classe con naso e bocca tappati”.

Secondo Salvini, su questa tematica “c’è qualcuno che al Governo ha le idee un po’ confuse. Ma noi tiriamo dritto”.

Select the widget you want to show.

iscriviti

ISCRIVITI al nostro canale Youtube

METTI MI PIACE alla nostra pagina Facebook