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Matematica “indigesta” agli alunni? Prepariamo meglio i prof: 60 Cfu pure per i precari, tutor e incentivi. La proposta dei Lincei

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In Italia la metà degli studenti non raggiunge livelli di sufficienza nella matematica? Iniziamo a prevedere la formazione iniziale anche per gli insegnanti con contratto a tempo determinato. Perché anche i docenti precari devono garantire una didattica di qualità. A partire da quelli che insegnano la matematica nelle scuole secondarie, dove la disaffezione verso la disciplina e la mancanza di valutazioni sopra la sufficienza hanno raggiunto numeri importanti. A sostenerlo sono gli esperti dei Lincei, che il 25 maggio hanno dato vita ad un convegno sull’insegnamento della matematica. Dall’approfondimento, organizzato dalla fondazione “I Lincei per la Scuola“, presieduta dal matematico Alberto Tesei, sono trapelate diverse proposte.

Anche un master per i formatori

Come dare avvio a partire dal prossimo anno accademico 2023/24 al percorso abilitante di formazione iniziale, articolato in 60 Crediti Formativi Universitari, previsto dal decreto legge n. 36 del 2022, anche per i docenti a contratto determinato; istituire un master universitario a livello nazionale per formare in modo qualificato e controllato i formatori della materia, anche istituendo un Master universitario a livello nazionale; procedere verso una più possibile corretta valutazione degli alunni.

Secondo i Lincei, un altro passaggio centrale per migliorare la qualità dell’insegnamento e la sua ricezione da parte degli studenti è quello di introdurre una cultura scientifica: è il primo passo per chi intende “insegnare la matematica nelle scuole in modo efficace e accattivante”, hanno spiegato gli esperti.

Di qui la richiesta dell’istituzione dei 60 CFU di cui “almeno 20 – si legge nel documento di sintesi – dovrebbero riferirsi a insegnamenti di didattica disciplinare propri della specifica classe di insegnamento, che trattino metodi di insegnamento e di valutazione specifici della disciplina”.

Percorso formativo di almeno otto mesi

La durata minima del percorso formativo dovrebbe essere di otto mesi, al fine di garantire un’esperienza di formazione di qualità.

Durante il convegno è stato anche fatto riferimento alle prove di accesso al percorso formativo: “dovrebbero essere svolte prima dell’estate, vertere sui contenuti delle discipline ed essere possibilmente uniformi sul territorio nazionale”.

Si è parlato anche della necessità di fissare un numero chiuso sulla base del fabbisogno effettivo delle scuole. Per quanto riguarda il tirocinio, questo dovrà essere progettato di concerto dalla scuola e delle università.

I prof in regime di semi-esonero

Si è poi consigliato di introdurre una congrua assegnazione di docenti della scuola secondaria, in regime di semi-esonero, con funzione di tutor e di affiancamento delle didattiche laboratoriali.

Per quanto riguarda le ore di formazione, queste dovrebbero essere incluse come parte del contratto docente e si dovrebbero prevedere incentivazioni non solo alla formazione ma anche alla sperimentazione di attività proposte nei corsi di formazione e alla documentazione delle stesse.

Per quanto riguarda la valutazione degli alunni, il documento dei Lincei invita a considerare almeno tre aspetti: la valutazione periodica e finale; l’Esame di Stato per i licei scientifici e la valutazione standardizzata in modo da garantire elevati standard di alfabetizzazione matematica degli studenti.