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Maturità 2023, Viola Ardone: “Gli esami devono tornare a essere una cosa solo degli studenti”

Mancano pochissimi giorni all’inizio della prima prova degli esami di Stato 2023, con le modalità tradizionali dopo il Covid. Cresce l’ansia tra i maturandi che si trovano ad affrontare questa importante prova. Diversi sono i consigli, da una parte il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato una serie di pillole per affrontare meglio le prove, dall’altra alcuni scrittori hanno dato il loro appoggio agli studenti.

A questi si aggiunge anche la scrittrice Viola Ardone che su La Stampa sottolinea l’importanza degli esami di maturità per gli studenti, come simbolo di passaggio. Ardone commenta: “A chi servono gli esami di maturità? Qualcuno pensa che non servano più a niente, perché non è certamente un esame a sancire l’ingresso di una studentessa o di uno studente nel mondo degli adulti, né tantomeno in quello del lavoro, che spesso neanche c’è, e va inventato. Gli esami servono, dicono invece altri, a fotografare lo stato di salute della scuola. Io credo invece che gli esami di maturità servano, e molto. Ma che debbano tornare a essere una cosa degli studenti, un loro momento, da conservare tra quelli importanti. Quei tre giorni di prove, due scritte e un colloquio, dovrebbero essere un fiume da attraversare con calma e ponderazione, sapendo che non sarà possibile tornare indietro. Che si è davvero “maturi” nella vita quella volta e poi forse mai più, che la notte prima degli esami non ritorna, che ce ne saranno altre, certamente, ma non come quella. Perché gli esami di maturità sono una serie di “ultime” e di “prime” volte. L’ultima volta che si aspetta l’alba tutti insieme, l’ultima volta che si è una classe. La prima volta, al tempo stesso, che si è soli davanti a una commissione, la prima volta che qualcosa dipende interamente da noi e da nessun altro. E andrebbero affrontati, questi esami, con la stessa trepidazione di un saggio di fine anno, quando si è soli davanti alla porta e allora bisogna tirare, vada come vada. Una questione privata, insomma, di crescita personale. Una sfida a se stessi, che sarà comunque vinta”.

Sara Adorno

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