Daniele Novara, pedagogista, fondatore e direttore del Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP), in un colloquio con l’agenzia di stampa Dire, parla delle ultime settimane di scuola e dell’esame di maturità: “Quest’anno all’esame di maturità non arriveranno i giovani, ma le famiglie. Non sarà più semplicemente un esame ai diciottenni italiani, sarà un esame al nucleo familiare e qualche famiglia sarà più preparata, sia dal punto di vista tecnologico che culturale, mentre qualche altra rimarrà al palo e subirà un deficit. È un problema serio. Nel 2020 daremo un diploma di maturità alle famiglie”.
In aiuto, poi, dei docenti che dovranno affrontare gli esami di maturità in questa condizione, e con tutto il peso della quarantena alle spalle, il pedagogista consiglia: “Fate sentire gli alunni parte di una scuola che considera in questo momento la loro difficoltà, il loro disagio, e tutto quello che hanno vissuto. Uscite dalla logica del giudizio, dell’interrogazione, delle risposte esatte. L’insegnante deve cogliere nell’alunno la motivazione all’apprendimento, cercando di andare al di là della procedura tradizionale che si avvale di voti numerici per valutare una performance, che in questo momento non ci può essere per tutte le condizioni che conosciamo. Effettivamente è un impegno gravoso da parte degli insegnanti, hanno tutta la mia solidarietà e spero veramente che ce la facciano”.
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