Sono un docente di scuola primaria e vorrei portare alla vostra attenzione il problema inerente il vincolo triennale e il vincolo quinquennale che pesa discriminatoriamente sulla classe del sostegno.
Ebbene si decanta lo sblocco della mobilità legata al vincolo come fosse un traguardo raggiunto. La mobilità prevista prevede in realtà un rimando al vincolo, un rinnovo e un riconteggio dopo l’assegnazione della sede in caso di mobilità. Se io avessi già un servizio di un anno e chiedessi la mobilità, il vincolo, azzerando l’anno precedente, ripartirebbe da capo.
Scusate ma, a me, sembra, più che una risoluzione, un’ulteriore offesa alla nostra intelligenza. Mi viene da dire: “Non fatemi ridere, per non piangere!”.
Inoltre il vincolo quinquennale che incombe come una spada di Damocle sugli insegnanti di sostegno è un’ulteriore disuguaglianza perpetrata nei confronti dei docenti. Nato con la logica di tutela verso i disabili, vista la natura garantista della continuità, troviamo docenti assegnati a bambini o ragazzi che hanno pressoché concluso il percorso scolastico e docenti non specializzati assegnati a bambini o ragazzi di prima: alla faccia della presunta continuità!
Tutte le disabilità e no dovrebbero essere tutelate con docenti preparati a prescindere. L’inclusione a intermittenza non va bene mai. I vincoli sono fallimentari. Quando si cerca di estremizzare le garanzie si sfocia nei non senso: i vincoli, tutti, sono un non senso sfociato in ridicolaggine.
Buon lavoro a tutti.
Emanuele
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