Nel Tfa di elettrotecnica si misurano le resistenze elettriche in watt, ma non ditelo al ministro

La domanda incriminata è la seguente: “Un tratto di cavo ha una resistenza di 0,1 W. Se la sua sezione viene aumentata moltiplicandola per 4, la nuova resistenza del filo è”:
A) 0,025 W
B) 0,4 W
C) 1,6 W
D) 0,625 W
Ebbene, le resistenze elettriche si misurano in ohm ( Ω ) e non in Watt ( W ), quindi la risposta esatta è 0,025 Ω. L’errore è ripetuto ben 4 volte, una per ogni risposta proposta. Verrebbe da mettersi le mani ai capelli e gridare “svegliateci da questo incubo“. Già perché di incubo si tratta, in quanto questo errore non lo dovrebbero commettere nemmeno gli studenti meno preparati, iscritti al primo anno di un qualsiasi IPIA ad indirizzo elettrico. Navigando sul sito del Miur si può incontrare la pagina del curriculum vitae del ministro Francesco Profumo (http://www.istruzione.it/web/ministero/ministro/ministro_cv) da cui si può estrapolare che nel 1977 si è laureato in ingegneria elettrotecnica presso il Politecnico di Torino, che dal 1978 al 1984, ha lavorato come ingegnere progettista per il Centro Ricerca e Sviluppo della Società Ansaldo a Genova.
E inoltre che nel 1984 si è trasferito al Dipartimento di Ingegneria Elettrotecnica del Politecnico di Torino, dove è stato Professore Associato fino al 1995. Oggi è professore ordinario di Macchine ed Azionamenti Elettrici e Professore incaricato all’Università di Bologna, nonché membro attivo di molti Comitati tecnici di conferenze Internazionali nei campi dell’elettronica di potenza e dell’automazione. Per quanto sopra riportato, dovrebbe essere estremamente imbarazzante da parte di chi ha elaborato la domanda n. 24, comprendente questo errore ingiustificabile sull’unità di misura, dover essere letto dal Ministro, che in questo caso riveste anche i panni di professore ordinario di Macchine ed Azionamenti Elettrici. 
Questa sembra la ciliegina sulla torta, che conclude un crescendo rossiniano dell’errore, mal visto e mal sopportato da chiunque abbia a cuore lo studio e la preparazione disciplinare.

Aldo Domenico Ficara

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