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Noi docenti di sostegno del Sud meritiamo rispetto

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Vorrei denunciare, ancora una volta, la drammatica situazione emergenziale in cui versano i ragazzi speciali e i loro docenti nel Sud Italia. Un dramma che si può riassumere in una formula tanto breve quanto indignante: tantissimi posti vacanti e ancora pochissime assunzioni.

Alla luce degli ultimi provvedimenti presi dal Ministero su questo versante, infatti, viene da chiedersi se noi docenti del Sud siamo, per caso, figli di un dio minore rispetto ai colleghi settentrionali o se, forse, i nostri ragazzi si meritino un trattamento diverso rispetto quello adottato nei riguardi dei loro corrispettivi compagni del Nord.

Solo per fare un esempio, tra i tanti che potrebbero essere portati ad avallo della denuncia di un divario Nord-Sud enorme e ingiusto che divide la scuola italiana in materia di sostegno: nella scuola secondaria di II grado (sostegno) in Sicilia, lo scorso anno scolastico ci sono state soltanto 32 nuove assunzioni (a fronte di più di 2000 posti vacanti) contro le 600 nuove cattedre coperte in Lombardia, di cui almeno il 70% è rimasto vacante per mancanza di candidati.

Non si venga a dire ai docenti della cui categoria io mio faccio portavoce (come alcuni sindacati vogliono farci credere), che questi numeri siano frutto di mobilità. Perché se è vero che i numeri – che annualmente vengono pubblicati nei vari usp e usr – dei nuovi posti in organico di diritto sono il riflesso della situazione della scuola italiana tra Nord e Sud, allora rispondo che, se 600 (numero di nuovi posti in organico di diritto su sostegno II grado in Lombardia – a.s. 2019/2020) diviso 32 (numero di nuovi posti in organico di diritto su sostegno II grado in Sicilia – a.s. 2019/2020) fa 18,75, significa che, come risultato della mobilità, ogni 18,75 docenti di ruolo in Sicilia, ce ne è solo 1 di ruolo in Lombardia! Ebbene, definire poco credibile l’esito di tale calcolo è un eufemismo.

Tuttavia, qualora fosse davvero questa la situazione, non si potrebbero dirottare i posti vacanti del Nord (che rimarrebbero tali, in quanto vuote sono le graduatorie cui poter attingere) al Sud?

Credo che sia proprio questo il momento più opportuno per mettere fine a una piaga che affligge la scuola italiana del Sud da decenni ormai.

Inoltre, quasi non fosse abbastanza, il Ministero continua a bandire nuovi concorsi (ordinari e straordinari) per il sostegno nelle regioni del Sud, per di più aperti anche a docenti non abilitati, che per via delle percentuali decrescenti previste nelle gmre-2018, potrebbero passare di ruolo prima di noi docenti – presenti nelle medesime graduatorie (gmre-2018) – che, oltre ad essere specializzati siamo anche abilitati.

Con tutto il rispetto che noi proviamo per il Ministero, ma che il Ministero evidentemente non prova per noi, viene davvero da chiedersi: in quali altre amministrazioni pubbliche si continuano a bandire nuovi concorsi, quando ancora le graduatorie straripano di professionisti che non si vedono riconosciuto il merito che spetta loro?

Aggiungo ancora che, in passato, anche “la Corte Costituzionale con la sentenza n. 80/2010 aveva dichiarato inammissibile fissare un limite numerico ai docenti di sostegno. Come pure le Sezioni Unite della Cassazione che, con sentenza n. 25011 del 2014, avevano chiarito come “il diritto all’istruzione è parte integrante del riconoscimento e della garanzia dei diritti dei disabili, per il conseguimento di quella pari dignità sociale che consente il pieno sviluppo e l’inclusione della persona umana con disabilità”. Il Ministero dell’istruzione di tali forti prese di posizione dei giudici non sembra volerne sapere. Nemmeno nella sentenza emanata quest’anno dal Tar Sicilia, la 140/19, che impone di “rivedere la consistenza dell’organico di sostegno.”

D’altra parte, anche l’allora sottosegretario all’istruzione L. Azzolina, durante un’intervista a cura di Alvaro Belardinelli e pubblicata in data 25 ottobre 2019 dalla redazione de “La Tecnica della Scuola”, dichiarava, senza mezzi termini, di voler trasformare l’organico di fatto in diritto.

Noi docenti “preistorici”, abilitati, specializzati, iper-selezionati e presenti in una graduatoria (gmre-2018) finalizzata all’assunzione meritiamo rispetto (che si tramuta, in ultima e non meno importante istanza, nel rispetto verso i nostri ragazzi speciali) e chiediamo di non rimanere invisibili ancora una volta.

Confidiamo nel decreto rilancio!

Confidiamo nel recovery fund! E speriamo fortemente che una quota dei fondi destinati alla ripartenza del Paese sia indirizzata proprio a noi docenti specializzati del sud!

Del resto, la ripartenza del Paese si invera se riparte anche il Sud e se si investe nella scuola!

 

Firmato: un professore, la cui unica “colpa” è stata quella di seguire le indicazioni ministeriali: abilitarsi, specializzarsi e partecipare ad un concorso a cattedra.

Marco Ciappa